Economia
Banca Popolare di Bari, l’azione di responsabilità contro Jacobini
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-12-12
Il consiglio d’amministrazione della banca esaminerà la richiesta che coinvolge anche il figlio Gianluca Jacobini. Nel mirino anche dirigenti della precedente gestione alla quale sono contestate irregolarità nei crediti
sul tavolo all’ordine del giorno della Banca Popolare di Bari c’è l’azione di responsabilità dell’attuale cda nei confronti dei precedenti vertici. Tra questi ci potrebbe essere Marco Jacobini, l’uomo che ha guidato incontrastato la più grande popolare del Sud per 30 anni dal 1989 – quando prese le redini dal padre Luigi, fondatore della banca nel 1970 insieme a 75 soci – fino a luglio scorso, prima di abbandonare la nave su pressione di Bankitalia che chiedeva l’avvio di una fase di rinnovamento nell’istituto. Spiega oggi Repubblica Bari:
Va detto che la decisione di oggi sull’azione di responsabilità nei confronti degli ex vertici della Bpb è nelle mani di un cda che ha comunque dei legami con il precedente. Se non altro di parentela. L’attuale presidente, infatti, è Gianvito Giannelli, nipote di Marco Jacobini. Ai vertici figura, non nel cda ma con ruolo di vice direttore generale, Luigi Jacobini (altro figlio di Marco). E nell’attuale cda ci sono anche rappresentanti dei precedenti consigli di amministrazione. Quanto al direttore generale Vincenzo De Bustis, ha avuto un ruolo operativo di vertice fino al 2014 per poi tornare quest’anno.
Ieri intanto il consiglio di amministrazione ha affrontato il tema dei crediti deteriorati nelle mani della banca. Una zavorra che pesa per il 25 per cento del portafoglio. Si tratta per la maggior parte di sofferenze legate al mondo dell’edilizia e del settore immobiliare. “In sostanza di appartamenti rimasti invenduti”, spiegano ai vertici della banca. Per questo si è deciso di avviare una profonda azione di pulizia dei crediti deteriorati. Questo però non basterà a salvare un istituto che ha bisogno di una ricapitalizzazione immediata che si aggira fra 800 milioni e 1 miliardo di euro.
Le prossime ore saranno decisive per capire se il piano di salvataggio concordato da Bankitalia, ministero dell’Economia e Fondo interbancario entrerà in azione, anche attraverso l’intervento di un partner industriale come Mediocredito (braccio operativo di Invitalia, sotto controllo del ministero):
In alternativa a Roma si valuta anche l’ipotesi di commissariamento che allontanerebbe definitivamente la testa della banca da Bari e dal territorio. Detto ciò, l’anello debole in questa storia è sempre rappresentato dai 69mila azionisti della banca (fra questi 15mila obbligazionisti) che hanno acquistato azioni anche al prezzo di 9,50 euro al titolo e che adesso rischiano di perdere davvero tutto.
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