Politica

L’audio di Attilio Fontana sui nove comuni da chiudere

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-06-17

C’è un audio del governatore che indica nove paesi da trasformare in zona rossa tra Lodi e Cremona. Presente il Prefetto: “Informato il Viminale”. Ma poi non lo fece

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Il Fatto Quotidiano in un articolo a firma di Davide Milosa racconta oggi di una registrazione in cui il governatore della Lombardia Attilio Fontana parla in una riunione del 23 febbraio assieme ad alcuni sindaci e ai rappresentanti del governo sul territorio di nove comuni da trasformare in zona rossa per l’emergenza Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19. La riunione con collegamenti telefonici si svolge la domenica 23 febbraio:

Da lì a poche ore scatteranno i check point per chiudere i dieci comuni della Bassa lodigiana così come indicato dal governo. Fontana inizia e dice: “Casalpusterlengo”. Subito viene bloccato. Si corregge: “C’era già”. E infatti Casalpusterlengo rientra nella lista dei dieci paesi che saranno cinturati. Questo l’elenco: Codogno, Castiglione d’Adda, Casale, San Fiorano, Bertonico, Fombio, Terranova dei Passerini, Somaglia, Maleo e Castelgerundo. Il presidente riprende allora con l’elenco dei “nuovi ” comuni. Nessuno, però, rientra nel decreto diramato dalla presidenza del consiglio: “Santo Stefano Lodigiano, San Rocco al Porto, Corno Giovine, Cornovecchio, Caselle Landi, Pizzighettone, Formigara, Gombito, Brembio”.

SONO NOVE, di questi tre sono della provincia di Cremona e cioè Pizzighettone, Formigara, Gombito, il resto, come fa notare il prefetto di Lodi Marcello Cardona, anche lui collegato durante la riunione, “sono tutti miei, sono tre Cremona e il resto tutto Lodi”. Poi sempre il prefetto in modo professionale aggiunge: “Sto facendo il calcolo, credo che dobbiamo aggiungere altri venti, ci stiamo muovendo sulle 70mila persone. Noi stiamo lavorando su quei dieci ch eAttilio aveva già individuato, già individuati i check, già individuato il numero dei rinforzi”. Il quadro è chiaro: sui dieci paesi che saranno cinturati e che contano 40mila persone si sta operando da tempo. Il discorso ora, seguendo il ragionamento del prefetto, si sposta sui nuovi comuni da inserire presumibilmente nella lista. La maggior parte sono a sud di Codogno, uno, Brembio, invece è appena fuori Lodi. Spiega il dottor Cardona: “Appena Attilio mi formalizza questi comuni, ma già lo sapevo perché me lo aveva comunicato Giulio(Gallera, assessore al Welfare), lavoriamo sui nuovi check perché li dobbiamo mettere su carta”.

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Da 24 febbraio iniziano i controlli che però non riguarderanno mai quei comuni citati da Fontana nella riunione del 23 febbraio.

In realtà la versione del Viminale, ricostruita informalmente dal Fatto, spiega che l’allargamento riguardò i primi paesi attorno a Codogno. Inizialmente, secondo questa spiegazione, l’area comprendeva meno di dieci comuni. Una posizione che pare in contrasto rispetto ai discorsi fatti durante la riunione. […]  Tra i motivi della mancata chiusura, c’è l’assenza di contagi al 22 febbraio, come si legge in una nota del sindaco di Lodi, la leghista Sara Casanova.

In realtà, ci dice una fonte interna all’ospedale di Lodi, già il 21 febbraio erano ricoverati due positivi al Covid. “Siamo rimasti sorpresi –prosegue il medico –che la zona rossa non comprendesse Lodi. Fin dal 21 era palese: la malattia era già fuori dalla zona rossa. Tanto più che abbiamo avuto focolai importanti in comuni attaccati a Lodi, come Sant’Angelo, Ospedaletto, Lodi Vecchio”. Tutti risultati infetti da subito, e non compresi nella lista fantasma di cui parlò Fontana il 23 febbraio.

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