Gli assembramenti a Napoli per festeggiare la Coppa Italia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-06-18

Circa 5000 persone si sono raccolte in Piazza Trieste e Trento a NAPOLI per festeggiare la vittoria della Coppa Italia attorno alla Fontana del Carciofo luogo tradizionale delle feste azzurre. I giovani si sono subito lanciati nell’acqua della fontana, cantando cori per Mertens, Insigne e contro la Juventus. Ranieri Guerra ad Agorà: «Sciagurati»

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Ieri il Napoli ha vinto la Coppa Italia battendo ai calci di rigore la Juventus dell’odiatissimo ex Maurizio Sarri e i tifosi partenopei hanno festeggiato rumorosamente con fuochi d’artificio, caroselli con gli scooter, clacson delle auto, urla e canti dai balconi. Il copione è stato quello di sempre, ma dopo il lungo lockdown gli abbracci, gli assembramenti, i cortei sono sembrati una novità. Il concentramento è partito dai Quartieri Spagnoli, in piazza del Plebiscito, con bandiere e gente sui bordi della fontana. Ma anche sul lungomare e nei quartieri periferici la festa per la Coppa Italia ha portato fuori di casa centinaia di persone.

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Circa 5000 persone si sono raccolte in Piazza Trieste e Trento a NAPOLI per festeggiare la vittoria della Coppa Italia attorno alla Fontana del Carciofo luogo tradizionale delle feste azzurre. I giovani si sono subito lanciati nell’acqua della fontana, cantando cori per Mertens, Insigne e contro la Juventus, tradizionale avversario dei partenopei. Fuochi d’artificio e fumogeni rossi hanno accompagnato la festa mentre centinaia di ragazzi in scooter girano per le vie circostanti suonando i clacson. Cori anche per Maradona e un canto anche per Ciro Esposito, il tifoso napoletano ucciso a Roma in occasione dell’ultima finale vinta dal NAPOLI, quella della Coppa Italia 2014. Tra i cori il più gettonato è stato il “chi non salta è juventino” che accompagna la rivalità sportiva con i bianconeri. Ma Ranieri Guerra, vicedirettore generale delle iniziative strategiche dell’Oms, ha criticato gli assembramenti definendoli roba da “sciagurati”: “Il problema è tutto lì, in questo momento non ce lo possiamo permettere – spiega Guerra – Per fortuna è accaduto in Campania, dove sono state prese misure di controllo molto rigide e l’incidenza del virus è stata minore che in altre zone: pero’ vi ricordo ancora quanto ha contato la famosa partita dell’Atalanta all’inizio dell’epidemia in Lombardia per l’impatto che c’è stato. Non vorrei che riprendessimo proprio nel momento in cui il Comitato tecnico scientifico ha cercato di accogliere le proposte della Federcalcio per non limitare al massimo, come invece sarebbe suggerito da scienza e coscienza medica, tutto quello che è l’indotto del calcio nel nostro Paese”.

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