La Lega dice sì a TAV e TAP

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-07-30

“Non abbiamo mai discusso uno stop della Tav. Nel nostro contratto si parla di ridiscussione del progetto. Questa non è un’opera periferica ma fa parte di un corridoio europeo e, se non la facciamo, rischiamo di tagliare fuori l’Italia dai collegamenti strategici verso ovest”. A dirlo è il sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri, che in …

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“Non abbiamo mai discusso uno stop della Tav. Nel nostro contratto si parla di ridiscussione del progetto. Questa non è un’opera periferica ma fa parte di un corridoio europeo e, se non la facciamo, rischiamo di tagliare fuori l’Italia dai collegamenti strategici verso ovest”. A dirlo è il sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri, che in un’intervista a Quotidiano Nazionale (Il Resto del Carlino, la Nazione, il Giorno) dà il semaforo verde anche al Tap: “Equivoci e non detti sono il 98% delle cause dei conflitti. Al primo posto ci deve essere l’interesse generale del Paese, che non può essere tagliato fuori dallo sviluppo del continente”. In merito all’azzeramento del cda di Fs, “Mazzoncini e il cda hanno lavorato a un progetto e una mission ormai non compatibile con le linee guida del nuovo governo. Noi vogliamo che la priorità di Ferrovie sia quella di garantire un trasporto dignitoso ed efficiente a tutti, anche ai pendolari”, dichiara Siri, che bolla come “scelta senza senso” la fusione di Fs e Anas. “Se il problema sono i debiti Anas, nessuno ci vieta di farla uscire dal perimetro delle aziende pubbliche”.

ARMANDO SIRI

Sulla possibilità di riuscire a scorporare gli investimenti in infrastrutture dal deficit, “Conte e Savona appoggiano pienamente questa nostra battaglia e credo ci siano buone opportunità per ottenere lo scorporo almeno su un numero di opere che indicheremo come prioritarie”, afferma Siri. “Oltre alle principali infrastrutture, mi sta a cuore ottenere lo scorporo totale sul recupero dei centri storici urbani. Significherebbe ripulire le nostre città e eliminare il degrado”. Il sottosegretario ribadisce che Alitalia resterà italiana: “Coinvolgeremo un azionariato industriale che possa garantire ad Alitalia un futuro di crescita senza doverci ritrovare tra due anni a dover ricapitalizzare con soldi pubblici. E individueremo anche il partner più idoneo per sostenere la mission strategica della compagnia. Questa – conclude – è l’ultima occasione”.

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