Opinioni

Apincittà: le api antismog del Comune di Roma

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-07-03

Dopo le pecore e le mucche, ora tocca alle api. Sarà infatti l’ape italiana a vigilare sulla biodiversità e sulla qualità dell’aria della città eterna. Il progetto si chiama Apincittà e prevede una rete coordinata di alveari dislocata in luoghi strategici e grazie ai quali si potranno acquisire dati di elevato valore scientifico. L’iniziativa è […]

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Dopo le pecore e le mucche, ora tocca alle api. Sarà infatti l’ape italiana a vigilare sulla biodiversità e sulla qualità dell’aria della città eterna. Il progetto si chiama Apincittà e prevede una rete coordinata di alveari dislocata in luoghi strategici e grazie ai quali si potranno acquisire dati di elevato valore scientifico. L’iniziativa è stata presentata questa mattina presso la sede dei Carabinieri forestali di Roma in via Giosué Carducci da Edgar Meyer dell’assessorato all’ambiente del Comune di Roma, dal Generale C.A. Antonio Ricciardi, comandante dei Carabinieri Forestali e da Raffaele Cirone, presidente della FAI, Federezione apicoltori italiani. In pratica, grazie a specifiche analisi sulla qualità del miele, della cera e anche sullo stato di salute delle api, sara’ possibile individuare e calcolare la presenza di metalli pesanti nell’aria oltre che lo sviluppo della flora cittadina. Il progetto prevede di mettere a sistema piccoli ma numerosi allevamenti di api che ci sono nella Capitale, creando fin da subito una rete di 12 postazioni per gran parte già presenti nel centro storico o di prossima installazione. L’apiario sperimentale ‘numero zero’ è quello della Federazione apicoltori italiani, attivo già dal 1980 a Palazzo della Valle, sede di Confagricoltura. Un apiario urbano sperimentale che in questi giorni è arrivato fino alla sede del Comando CUFA dell’Arma dei Carabinieri, dove sono stati installati tre alveari per attivare la postazione laboratorio ‘numero uno’.

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Già numerose sono le realtà apistiche individuate e disponibili a entrare in rete: Largo Argentina, Apiario sperimentale Fai di via Veneto, il comando Carabinieri CUFA di villa Borghese, il Bioparco di Roma, la residenza dell’ambasciatore britannico in via di Vigna Murata, la cooperativa sociale agricola Garibaldi a Garbatella, gli Orti Urbani di Roma Capitale in via Anagnina, l’apiario di via Casilina, il Comitato Mura Latine in via Nomentana e l’Aps Fiore del deserto. In sostanza mentre le api volano sui tetti di Roma, l’Arma dei Carabinieri in collaborazione con gli apicoltori italiani avvierà una valutazione sull’impatto del servizio ecosistemico che le api garantiscono alla Capitale. Questo si affianca anche a una nuova modalità di vigilanza sul fenomeno dei furti degli alveari, con particolare attenzione alla tutela e alla salvaguardia dell’ape italiana. Inoltre con il progetto Apincittà l’Arma dei Carabinieri e la Federazione degli apicoltori d’intesa con il Comune di Roma intendono formare un modello di apicoltura didattica per la biodiversità urbana attraverso il quale le scolaresche e la cittadinanza possono avvicinarsi a questi piccoli nuclei di alveari per vedere da vicino come funziona una centralina di biomonitoraggio che conta circa 50.000 api, giudicate veri e propri sensori. Apincittà infine si propone come modello per un progetto ad alto tasso di inclusione: tutti gli apporti saranno ben accetti, altre istituzioni e enti di ricerca potranno aggregarsi per offrire specifiche mirate collaborazioni. Si registrano in questa fase di esordio già le manifestazioni di interesse del Centro Nazionale delle Ricerche, dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’Università Sapienza di Roma e di altri atenei.

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