L’anno che verrà

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2018-12-24

Siamo a Natale. Il solstizio d‘inverno è passato e un nuovo anno si avvicina. Come nel venditore degli Almanacchi di Leopardi si spera in un anno migliore. In realtà in gioventù avevamo sperato che le magnifiche sorti e progressive ci portassero addirittura in una nuova era. La bellissima canzone Aquarius del musical Hair rifletteva una …

article-post

Siamo a Natale. Il solstizio d‘inverno è passato e un nuovo anno si avvicina. Come nel venditore degli Almanacchi di Leopardi si spera in un anno migliore. In realtà in gioventù avevamo sperato che le magnifiche sorti e progressive ci portassero addirittura in una nuova era. La bellissima canzone Aquarius del musical Hair rifletteva una convinzione comune ossia che l’umanità fosse arrivata a un punto di svolta. Nuovi paradigmi sarebbero arrivati. Un’era di pace era prossima: la tanto attesa era dell’oro non sarebbe tardata. Anche John Lennon, nella lirica Imagine, descriveva un nuovo mondo che riteneva prossimo.

Vedendo i telegiornali e leggendo i giornali, sembra che la Luna non ci pensi proprio ad entrare nella settima casa e Giove ad allinearsi con Marte (secondo la canzone erano i segni astrologici che avrebbero determinato l’inizio dell’era dell’Acquario). Ma è così? Venerdì scorso ho portato alcuni studenti di Statistica a vedere una società che opera in consulenza finanziaria e un’altra società che opera in gestione di capitali per fargli vedere le prospettive di lavoro a loro offerte. Durante questi incontri ho incominciato a pensare che siamo entrati effettivamente in una Nuova Era. E’ molto diversa dall’era dei Pesci ma è anche molto diversa da quanto immaginato da Lennon e nel musical Hair. Il mondo del lavoro che si prospetta ai miei studenti attuali è distante anni luce da quello quando io ero studente. Il progresso tecnologico ha cancellato e sta cancellando milioni di posti di lavoro. Non solo i robots stanno prendendo il posto degli operai ma sistemi intelligenti stanno sostituendo l’uomo nelle attività concettuali più routinarie. Nel mondo del futuro non ci saranno più schiere di impiegati tipo Fantozzi e Filini semplicemente perché non ci sarà più bisogno del loro lavoro in quanto le macchine lo sapranno fare meglio. La scuola non dovrà più formare la mitologica figura del ragioniere giustamente definito da un comico della mia gioventù, Beruschi, come l’anello di congiunzione fra l’Uomo e la Scimmia. Infatti i lavori si stanno dividendo sempre più in due categorie: in quelli creativi (che le macchine, almeno per il momento, hanno difficoltà a replicare) e in quelli a bassissima professionalità (in cui non conviene sprecare una macchina). I lavori di mezzo, quelli tipici da impiegato, stanno scomparendo. L’aumento, quasi esponenziale, dei lavori creativi ha sicuramente un risvolto positivo. Quello che una volta era un privilegio riservato a pochi eletti, ossia fare un lavoro che piace, adesso invece potrà essere una richiesta ragionevole per tutti quelli che hanno le competenze “giuste”. Infatti ho esortato i miei studenti a scegliere un lavoro che piace. Non è furbo, se uno ha la possibilità di scegliere, condannarsi a fare per 40 anni un lavoro “sgradevole” solo per avere un salario più alto. Invece per i lavoratori con scarsa professionalità il futuro lo vedo decisamente buio. Da una parte subiscono la competizione di altri lavoratori in altre parti del mondo e dall’altra l’automazione sempre più crescente mette un limite superiore al salario del lavoratore. Per fare un esempio, l’extra-comunitario che fa il raccoglitore di pomodoro a Nocera non può avere più di due euro all’ora. Sia perché se chiedesse di più, costerebbe meno importare pomodori dall’Africa o dalla Cina e sia perché, anche se, per assurdo, si bloccassero le importazioni di pomodoro dall’estero, un salario “eccessivo” renderebbe conveniente automatizzare la raccolta e cancellare la necessità di questi lavori.

A mio parere, stiamo vivendo un periodo simile a quello del basso medioevo dove il modello feudale andò in crisi di fronte al nuovo modello rappresentato dai comuni. L’uomo vecchio fu sostituito dall’homo novus (descritto mirabilmente da Boccaccio nel Decameron). Un periodo analogo di cambiamento fu rappresentato nel 600 dalla nascita della Scienza e della rivoluzione industriale che scardinò il vecchio sistema e creò la società industriale e la nascita della borghesia e del proletariato. Anche qui stiamo andando verso una nuova società che a priori non è migliore né peggiore di quella precedente, è solo profondamente diversa. Invece che Borghesi e Proletari saremo forse divisi in Creativi e SenzaProfessionalità. Questa società per molti (per i Creativi) sarà un netto miglioramento, per gli aktri un inferno perché cancellerà (anzi ha già cancellato) certezze, punti di riferimento come pure lavori routinari e sicuri. L’era dell’Acquario è già presso di noi. Sta chiedendo all’attuale classe dirigente di vincere nuove sfide: di non puntare più sul passato, sulla salvaguardia delle vecchie generazioni ma di puntare sui giovani, su nuovi saperi, su nuove procedure e su nuovi valori etici. Noi Professori dovremmo smettere di trasferire meccanicamente nozioni ma dovremmo cercare di dare ai nostri studenti spirito critico, pensiero trasversale, fantasia, entusiasmo e determinazione. Agli studenti servono tanti Professori Keating dell’Attimo fuggente piuttosto che la sterminata schiera di professori burocrati dagli orizzonti limitati (che tanto prosperano nel nostro sistema universitario). Detto questo, sono ottimista, alla lunga, per il nostro Paese. Abbiamo la fortuna di avere condizioni climatiche estremamente favorevoli, una tradizione eno-gastronomica eccezionale, una lunga e gloriosa storia, innumerevoli bellezze paesaggistiche ed artistiche e una struttura sociale aperta e rilassata. Questo rende l’Italia un paese dove la qualità della vita è altissima. Ciò ci rende altamente attrativi per i “Creativi”. Se impariamo a guardare meno al passato (cosa non facile considerando l’attuale composizione demografica del Paese) e a sfruttare meglio gli atout che abbiamo, abbiamo le carte per poter superare la sfide e le difficoltà che l’entrata nell’era dell’Acquario ci sta iniziando a porre.

Foto copertina via Instagram

Leggi sull’argomento: Scoop sulla campagna elettorale di Cicerone. Purtroppo ancora d’attualità

Potrebbe interessarti anche