Andrea Crisanti e la fase 2 senza criterio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-24

Il professore di microbiologia illustra la fase 2 senza criterio decisa da governo ed enti locali, spiegando che la colpa non è di chi sta in strada ma di chi governa

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Andrea Crisanti, ex Imperial College, ora professore di Microbiologia a Padova, ha rilasciato oggi un’intervista al Fatto Quotidiano per parlare della sua polemica con Zaia e anche della fase 2 senza criterio decisa da governo ed enti locali, spiegando che la colpa non è di chi sta in strada ma di chi governa:

Zaia dice che in Veneto fin da gennaio c’era già un piano sui tamponi redatto da una funzionaria regionale.
Se in Veneto esisteva un piano regionale sui tamponi al 31 gennaio allora mi devono spiegare come mai l’11 febbraio il direttore della Sanità regionale mi ha minacciato di danno erariale perché cercavo di intercettare gli asintomatici che venivano in Italia. Sia chiaro che se non fossi stato fermato, probabilmente le prime infezioni le avremmo intercettate e l’epidemia avrebbe avuto un corso completamente diverso. Chi ha scritto quelle lettere ha una responsabilità precisa. Mi indigna che queste persone tentino di riscrivere la storia.

Abbiamo riaperto quasi tutto, c’è un sacco di gente in giro, ma cosa lo giustifica?
Ci sono meno persone infette, c’è l’uso delle mascherine, la cautela di evitare assembramenti in spazichiusi. Mapurtroppo queste riaperture sono state fatte senza analisi di rischio. Non siamo in grado di prevedere nulla. Bisognava cercare di capire esattamente quanti sono i casi reali, facendo emergere tutto il sommerso, tutte le persone che telefonano perché stanno male a casa. E invece siamo in mano a guanti, mascherine e bel tempo.

andrea crisanti

Anche i grandi assembramenti per l’aperitivo non sono d’aiuto.
Sicuramente. Ma non condivido tutta questa esecrazione dei ragazzi che non osservano le disposizioni. Sono vittime di messaggi assolutamente incoerenti: prima che le mascherine non servono, poi che devono essere marcate Ce, poi che possono andare anche senza il marchio e alla fine che van beneanchesete lefaidasolo. Ma un ragazzino di 17 anni che deve pensare? Che non servono! E invece, purtroppo, servono. Vuoi fare la riapertura? Compra 500 milioni di mascherine e distribuiscile. Non si può dire: ‘Eh va bè, le mascherine non ci stanno, fate da voi’. E poi ci lamentiamo che i ragazzi non ci credono?

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