Le analisi sul Suv Audi Q7 dei Fratelli Bianchi: la verifica sul sesso a bordo per sapere chi c’era

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-09-15

Il suv nero dei fratelli Bianchi, il costoso Audi Q7, verrà analizzato. Per sapere chi c’era a bordo prima del pestaggio che ha portato alla morte di Willy Monteiro

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Il suv nero dei fratelli Bianchi, il costoso Audi Q7, verrà analizzato. Per sapere chi c’era a bordo prima del pestaggio che ha portato alla morte di Willy Monteiro e se è quindi vera la storia raccontata da Marco e Gabriele sul sesso consumato vicino al cimitero di Colleferro con tre ragazze prima del loro ritorno al Duedipicche. L’attività istruttoria, disposta dai pm di Velletri punta a verificare se all’interno dell’automobile siano presenti tracce ematiche riconducibili alla vittima- Racconta Repubblica Roma:

Dopo i cellulari, i vestiti e gli anelli indossati dagli arrestati, i carabinieri del Ris hanno iniziato a passare ai “raggi x” anche il suv dei fratelli Gabriele e Marco Bianchi, alla ricerca di tracce ematiche e biologiche. Il pm Luigi Paoletti vuole scoprire se nell’Audi Q7 c’è il sangue di Willy Monteiro Duarte, per raccogliere un’ulteriore prova a carico degli indagati sul pestaggio per cui ha ipotizzato l’omicidio volontario, e se vi è la conferma del rapporto sessuale che i germani di Artena, a loro dire, insieme all’amico Vittorio Edoardo Tondinelli, 20enne di Velletri, avrebbero consumato nei pressi del cimitero di Colleferro con tre ragazze prima di ricevere una telefonata dall’altro amico di Artena, Michele Cerquozzi, de tornare nella zona della movida. Una conferma eventuale di tale racconto pesa sull’attendibilità della banda e per valutare l’ipotesi della premeditazione. Mentre i Ris lavorano in laboratorio, i carabinieri di Colleferro continuano inoltre a raccogliere testimonianze e il professore Saverio Potenza a studiare le lesioni sulla salma di Willy, tentando con quegli esami di stabilire l’intera dinamica dell’aggressione.

fratelli bianchi

Dall’analisi sul Suv dipenderanno anche le indagini per capire che posizione hanno avuto tre amici dei fratelli Bianchi. Erano con loro al momento della rissa? Hanno partecipato? Racconta il Corriere:

Matteo Bucci, Omar Shabani, Michele Cerquozzi. Sono tre dei nomi attorno ai quali si concentra in queste ore il lavoro dei carabinieri di Colleferroedella Procura di Velletri per meglio delineare ruoli e responsabilità nell’uccisione di Willy Monteiro Duarte. I tre sono amici degli aggressori e dei fratelli Marco e Gabriele Bianchi in particolare. Nessuno di loroèindagato ma hanno posizioni diverse in questa vicenda. A parlare di Bucci è uno dei testimoni, che lo colloca con certezza sulla scena della rissa: «Non so dire se ha partecipato all’aggressione, posso invece affermare con certezza che ha tentato di frenare uno dei fratelli Bianchi per riportarli alla calma. Ricordo addirittura che lo ha afferrato da dietro nel tentativo di bloccarlo». Bucci è stato già ascoltato in caserma e avrebbe confermato questa ricostruzione. Ma da lui i carabinieri sono certi di aver ottenuto informazioni utili a chiudere il cerchio che vede i Bianchi accusati di omicidio volontario aggravato dai futili motivi in concorso con Mario Pincarelli e Francesco Belleggia. Omar Shabani e Michele Cerquozzi sono inveceidue che hanno richiamato in largo di Santa Caterina i due picchiatori di Artena quando è nata la rissa tra Belleggia e Pincarelli da una parte e i ragazzi di Colleferro dall’altra, prima che Willy, estraneo a tutta la vicenda, si mettesse in mezzo per portare via il suo amico Federico Zurma. Non è chiaro al momento se Shabani e Cerquozzi abbiano partecipato all’aggressione scatenata dai fratelli Bianchi appena arrivati con il loro Suv nero sul posto, ma entrambi rischiano l’accusa di favoreggiamento.

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