Amministrative, i voti M5S finiscono alla Lega

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-06-12

Un crollo evidente al Sud dove il M5S passa dal 44% al 15%; al nord e al centro i suoi elettori o si astengono o votano per Salvini

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L’accordo di governo tra Lega e MoVimento 5 Stelle ha contribuito a spostare voti dai grillini al Carroccio in questa tornata di elezioni amministrative in cui il M5S registra una pesante sconfitta (che per Di Maio è invece una luminosa vittoria). E se la scelta degli elettori grillini è andata verso l’astensione a Roma, dove la disastrosa esperienza amministrativa della Giunta Raggi e le candidature sbagliate hanno portato alla disaffezione nei municipi, in altre occasioni a giovarne è stato l’alleato di governo. L’Istituto Cattaneo, che ha analizzato i flussi elettorali delle elezioni amministrative 2018, spiega che a Vicenza il 21% degli elettori della Lega alle politiche ha votato centrosinistra a queste amministrative, e circa il 16% si è astenuto. Circa il 94% degli elettori che alle politiche avevano scelto Pd hanno invece confermato il loro sostegno ai dem scegliendo il candidato Otello Dalla Rosa, cosa che però ha fatto solo il 9,6% di chi aveva votato il Movimento 5 stelle alle politiche, contro un 30% che ha invece preferito votare la Lega. A conti fatti, quindi, determinanti per la vittoria di Rucco al primo turno sono stati i voti degli elettori del Movimento 5 stelle, che alle politiche del 4 marzo erano circa il 14,7% del totale dei votanti e che ora sono perlopiù finiti nel buco nero dell’astensione (8,4% del totale dei votanti), ma almeno in parte si sono distribuiti tra Lega (4,8% del totale dei votanti) e PD (1,5% del totale dei votanti).

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Il flusso di voti tra M5S e Lega analizzato dall’Istituto Cattaneo (Corriere della Sera, 12 giugno 2018)

L’Istituto, prendendo in esame il voto nei soli comuni capoluogo, mostra come la coalizione formata da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia (più altri alleati minori) che in quelle stesse realtà aveva ottenuto il 22,7% dei voti cinque anni fa e che il 4 marzo si era fermata al 33%, ieri ha raccolto il 38% dei consensi, crescendo di circa 5 punti rispetto al dato del 4 marzo e di oltre 15 punti in relazione alla tornata precedente. Il centrosinistra ha mostrato, invece, un trend in discesa rispetto alle comunali del 2013 (dal 41,7% del 2013 al 34,6% del giugno 2018: -7,1 punti percentuali), ma in significativa risalita se confrontato con il risultato negativo delle politiche (25% dei voti alle politiche del 2018). Il Movimento 5 stelle ha invece confermato tutte le sue difficoltà nelle consultazioni di tipo amministrativo.

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Il flusso di voti tra PD e Forza Italia analizzato dall’Istituto Cattaneo (Corriere della Sera, 12 giugno 2018)

Nei comuni capoluogo che sono andati al voto ieri ha raccolto, in media, poco più del 12% dei consensi, e cioè appena 0,6 punti percentuali in più rispetto al dato delle comunali del 2013. “Ma il confronto più significativo, e allarmante per il partito di Di Maio – scrive l’Istituto – è quello con le elezioni politiche del marzo scorso, quando il M5s aveva raccolto il 32,7% dei voti: in questo caso, le liste dei Cinquestelle hanno disperso quasi 21 punti percentuali, che se sono andati verso l’astensione o verso altri partiti. Questi dati segnalano l’enorme volatilità dell’elettorato grillino, disposto a modificare le proprie preferenze di voto tra diversi livelli di competizione e, soprattutto, anche a una distanza temporale piuttosto ravvicinata”. La perdita di consensi rispetto alle politiche è ancora più forte nelle città del sud dove i voti per il Movimento 5 Stelle sono passati dal 48,1% al 15,1%, con un calo di 33 punti percentuali.

Leggi sull’argomento: Come ha preso il M5S la batosta alle amministrative

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