È morto Amedeo Grisi, il cantante malato di SLA che aveva deciso di interrompere le cure

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-02-16

Si è spento nella sua Sanremo all’età di 49 anni. La notizia del suo decesso arriva all’indomani della bocciatura della Corte Costituzionale al referendum sull’eutanasia

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“Non voglio restare inchiodato a letto”. Un grido di dolore che, poi, si è trasformato in una decisione: quella di interrompere le cure contro la Sclerosi Laterale Amiotrofica, quella malattia neurodegenerativa che gli era stata diagnosticata nel 2015. Oggi è arrivata la notizia della morte di Amedeo Grisi, cantante che in passato aveva partecipato anche ad alcuni duetti di prestigio (uno su tutti quello con Claudio Baglioni) che lo scorso mese di agosto aveva annunciato di aver posto fine a quella terapia che tentava di contenere – senza grande successo – gli effetti pervasivi e dilaganti della SLA.

Amedeo Grisi, il cantante malato di SLA morto dopo aver interrotto le cure

Ed è morto a Sanremo, la città della musica e dalla Canzone italiana per antonomasia. Quella Sanremo in cui viveva ed era cresciuto anche artisticamente. Poi, sette anni fa, quella doccia fredda. Prima i sintomi, poi la diagnosi di quella malattia di Lou Gehrig, meglio conosciuta come SLA, che lo ha lentamente indebolito. Fino alla decisione comunicata ai suoi fan con un messaggio pubblicato su Facebook nell’agosto dello scorso anno:

“Non ho programmato ne giorno ne mese per sottopormi a l’eutanasia. Ho detto che il giorno che sarò costretto perché sarò colto da una crisi respiratoria e per questo dovrò prendere una decisione se andare avanti con una tracheotomia tubi nello stomaco per alimentarni inchiodato in un letto con un comunicatore vocale ottico ecc ecc. O decidere di fermarmi. A quel punto mi fermerò, semplicemente perché sarò costretto. Il tempo massimo potrebbe essere un mese 2 o da un momento all’altro. Ma finché ce la farò andrò avanti fino alla fine. E quel giorno non sarà perché mi sarò arreso. Ma l’unico modo per sconfiggere la malattia. E non permettergli di non portarmi via più niente”.

Quel giorno, poi, è arrivato nell’inverno successivo in un giorno di metà febbraio. Nello stesso giorno in cui la Corte Costituzionale ha dichiarato come “inammissibile” il Referendum sull’eutanasia in Italia. Nonostante l’esistenza di una sentenza del 2019 – della stessa Consulta – su cui i politici ancora non hanno messo mano per trasformare quanto deciso in legge.

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