Alex Galizzi, il consigliere leghista che chiede più controlli sulla droga dello stupro in “ambienti gay”

di Massimiliano Cassano

Pubblicato il 2022-04-14

Con un messaggio social (poi rimosso), il consigliere regionale lombardo della Lega Alex Galizzi chiedeva maggiori controlli negli “ambienti gay” alla luce dei sequestri di droga dello stupro nel Bergamasco

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Per il consigliere regionale lombardo della Lega Alex Galizzi, se a Bergamo c’è un problema con la “droga dello stupro” che mette in pericolo “donne, ragazze e ragazzi”, quello che c’è da fare è: “Monitorare spedizioni internet, locali pubblici ed ambienti gay”. A far scattare l’allarme la notizia del sequestro di un importante quantitativo di questa particolare sostanza a un 49enne che l’aveva acquistata dall’Olanda. “Se togliessimo il velo di ipocrisia che riguarda taluni gusti sessuali – ha spiegato in un post social l’esponente del Carroccio, vicepresidente della commissione antimafia del Pirellone – avremmo campo libero per arginare questa droga che sconfigge psicologicamente e fisicamente le donne e ragazze, ma che oggi deve preoccupare pure i ragazzi”. Più che togliere veli di ipocrisia ci sarebbero da superare stereotipi e narrazioni che ormai non hanno più ragione di esistere nel ventunesimo secolo.

Il post (poi rimosso) di Alex Galizzi

Alex Galizzi, il consigliere leghista che chiede più controlli sulla droga dello stupro in “ambienti gay”

Contro le sue parole discriminatorie si è schierata Arcigay, con il presidente della sezione di Bergamo Marco Arlati che ha definito le frasi “aberranti e agghiaccianti”. Ma la tesi è così indifendibile che non ha trovato sponda neanche nei suoi colleghi di partito, che si sono dissociati. Cristian Invernizzi, deputato 44enne di Treviglio, ha parlato di “un’uscita infelice e sbagliata”. “Galizzi – ha aggiunto – dice che fa riferimento ad alcune ricerche e dati che io non conosco”. Infatti lo stesso consigliere ha poi provato a contestualizzare il suo post, rimosso intanto dai social: “Conosco i dati. Le statistiche dicono che in alcuni ambienti l’utilizzo di droghe è maggiore. Non sono parole offensive, ma è un monito a tutela di tutti, in particolare dei giovani. Si vuole persino far finta che non esistano ambienti gay, ma tutti siamo consapevoli che generalmente i locali stessi hanno clienti che hanno abitudini simili, sportive, sessuali o lavorative che siano. L’importante è tutelare la persona, non le lobby”.

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