Perché il razzismo in Italia non è una fake news

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-08-03

Il sottosegretario Sibilia vuole dimostrare con una tabella che in Italia non c’è razzismo. Vediamo perché il suo argomento è sbagliato

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«Al contrario di quanto vogliono farci credere i dati ci dimostrano che in Italia stiamo facendo grandi passi avanti sulla prevenzione dei reati grazie al lavoro delle forze dell’ordine. E anche i delitti subiti da cittadini stranieri ed extracomunitari nel nostro paese è inferiore del 15,68% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno»: da quando Carlo Sibilia è diventato sottosegretario all’Interno non lo ferma più nessuno. Per questo ieri ci teneva tantissimo a farci sapere che ormai con i numeri non lo ferma più nessuno ed è ora di finirla con queste chiacchiere sul razzismo in Italia. C’è però qualche piccolo problema.

Carlo Sibilia e i reati contro gli stranieri in diminuzione

Sibilia sintetizza in questa prestigiosa infografica i dati che sono stati elaborati dal Servizio Analisi Criminale della Repubblica italiana e spiega che i reati in Italia sono in diminuzione, anche nei confronti di stranieri ed extracomunitari, rispettivamente del 10 e del 15%. Un risultato che andrebbe spiegato a quelli che cianciavano di emergenza sicurezza fino alla fine della campagna elettorale (gli alleati di Sibilia, nello specifico). Certo, a quel punto potrebbe anche intervenire Luigi Di Maio che ha spiegato che il problema è la percezione, non la realtà dei numeri, a proposito del fenomeno contrario a quello descritto da Sibilia, ovvero la presenza e i reati commessi dagli stranieri. Ma non sottilizziamo.

reati contro gli stranieri in italia

Guardiamo invece un’altra tabella, ovvero quella che ha pubblicato il Giornale a corredo di un articolo in cui si celebra il fatto che gli stranieri vittime di reati fossero di più quando governava il Pd. Ma è proprio guardando questi dati che ci si accorge che qualcosa non torna. È infatti indiscutibilmente vero che il totale dei reati è in diminuzione, ma è anche vero che alcuni di questi non sono in diminuzione. Quali? Ad esempio le stragi contro cittadini stranieri ed extracomunitari, che sono passate da 3 a 6 (quanto tutto il 2016 – secondo quei dati) nel primo semestre del 2018 rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. Oppure gli omicidi volontari, che sono passati nello stesso periodo da 21 a 37 (e 28 per gli extracomunitari). Certo, non possiamo certo da questi numeri dedurre che le stragi e gli omicidi siano stati compiuti per motivi razziali (Luca Traini is not amused!), ma questo non possiamo esperirlo nemmeno dalla violazione della proprietà intellettuale, i cui numeri sono in diminuzione. Eppure è nel conto.

«L’Italia non è mica razzista, ecco i numeri»

Dai numeri è possibile anche notare un robusto calo degli omicidi colposi, che sono in calo di 500 unità: anche questi vanno nel conto dei reati in diminuzione, ma che c’entrano con i cittadini stranieri? E ancora: tra quelli “selezionati” dal servizio del ministero dell’Interno quanti sono i reati con motivazione o aggravante razziale? I dati non lo dicono. Eppure la contestazione dell’aggravante razziale sarebbe un’ottima cartina di tornasole per valutare i numeri. Ma questo dato non c’è.

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La tabella del servizio analisi criminale con i numeri riportati dall’infografica di Sibilia

E allora tocca per forza andarne a cercare altri, di dati, come quelli citati da Euronews un paio di giorni fa: basandosi sulle notizie di cronaca riportate dai giornali, il giornalista Luigi Mastrodonato ha mappato oltre 30 “aggressioni fisiche razziste, una media di una ogni due giorni, a cui se ne aggiungono sicuramente altre non denunciate” a partire dal 1 giugno 2018, giorno di insediamento del nuovo esecutivo. Spiega Euronews che se tutte le aggressioni fisiche segnalate da questa mappa fossero effettivamente legate ad un movente razziale, allora negli scorsi due mesi ce ne sarebbero state 33 contro le 12 nell’intero 2012, le 60 nell’intero 2013, le 35 nell’intero 2014 (più un omicidio), le 31 nell’intero 2015 (più un omicidio) e le 28 dell’intero 2016.

Ma questa inferenza non è automatica perché la base non è attendibile (si parla di quanto raccontato dai giornali e non di quanto registrato da fonti ufficiali) e non c’è il conto delle contestazioni razziali eventualmente mosse dalle procura (che rappresentano comunque un’accusa e non la sentenza definitiva sui fatti). In ultimo, Euronews cita il lavoro di Cronache di Ordinario Razzismo – Lunaria che ha contato, in maniera ufficiosa, 557 episodi violenti a sfondo razzista o discriminatorio nel solo 2017 e 169 nel trimestre di campagna elettorale. Dal gennaio 2007 al marzo 2018 ha individuato 6.534 casi.

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“I dati particolarmente preoccupanti sono quelli sulle violenze fisiche contro le persone o contro beni o proprietà connessi (o ricondotti) alla presenza di cittadini stranieri. I raid di Macerata e di Firenze sono i due casi più gravi tra le 19 aggressioni razziste e 10 i danneggiamenti a beni e proprietà che abbiamo documentato. Tra questi ultimi, 4 sono stati incendi dolosi”, avverte il rapporto. Anche qui però c’è il problema della scarsa rappresentatività statistica. Intanto è significativo che l’UNHCR scriva per “esprimere solidarietà a tutte le vittime di questi attacchi e ai loro familiari e condanna qualsiasi aggressione, fisica o verbale, di stampo razzista e xenofobo. L’Agenzia ONU per i rifugiati auspica che la giustizia faccia il suo corso e che le vittime delle aggressioni ricevano adeguata assistenza ed eventuali risarcimenti”. Di certo c’è una cosa: dire che in Italia non c’è razzismo perché è in diminuzione il totale dei reati contro gli stranieri è una sciocchezza.

(Ha collaborato Giona Aureliano Ferrandu)

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