“Puoi chiamare chi ti pare, con me non viaggi”: il sindacalista Aboubakar Soumahoro discriminato da un tassista a Roma

di Chiara Capuani

Pubblicato il 2022-05-21

L’attivista, già vittima in passato di simili discriminazioni, ha deciso di raccontare l’accaduto sui social e denunciare l’autista agli organi di competenza.

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“Puoi chiamare chi ti pare, con me non viaggi”. Queste le parole che un tassista, alla stazione Termini di Roma, ha rivolto ad Aboubakar Soumahoro, attivista e dirigente sindacale italo-ivoriano, famoso per le sue battaglie in favore dei diritti dei braccianti al Sud. Aboubakar, che ha poi denunciato tutto su Facebook, ha dichiarato che l’autista, dopo avergli rifiutato la corsa – accampando per di più scuse poco credibili – ha fatto salire a bordo una “signora bianca”.

“Puoi chiamare chi ti pare, con me non viaggi”: il sindacalista Aboubakar Soumahoro discriminato da un tassista a Roma

“Alla mia richiesta di una spiegazione sul suo atteggiamento, mi ha risposto che aveva finito la corsa e che era diretto a casa sua”, ha spiegato sui social. “Solo che pochi secondi dopo lo stesso autista faceva salire una signora “bianca” senza aver chiesto neppure dove andasse, come si era rivolto in modo irrispettoso a me. A quel punto gli ho chiesto spiegazioni dicendogli che il suo comportamento era da segnalare alle forze dell’ordine. La sua risposta è stata la seguente: “Puoi chiamare chi ti pare. Con me non viaggi!”, ha raccontato il sindacalista in un lungo post.
Non è la prima volta che Aboubakar è vittima di simili discriminazioni. Nel 2019, il sindacalista aveva denunciato un altro tassista romano che gli aveva rivolto parole molto simili; anche in quel caso aveva deciso di raccontare tutto sui social. “TU SALI DAVANTI O NON PUOI SALIRE SUL MIO TAXI’, mi ha detto l’autista di un taxi questa mattina a Roma, rifiutandosi di farmi entrare nel suo veicolo. Mentre mi allontanavo scioccato ed incredulo, ho notato che l’autista faceva accomodare due passeggeri nel medesimo taxi sul sedile posteriore dove mi era stato negato l’accesso pochi minuti prima”.
All’epoca, così come oggi, Aboubakar ha deciso di denunciare tutto agli organi competenti, affinché episodi del genere non debbano più ripetersi e, soprattutto, per dare voce a tutte quelle persone che, in silenzio, sono vittime dello stesso tipo di discriminazione.

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