A cosa servono gli Stati Generali

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-06-13

La giornata inaugurale degli Stati Generali, che si concluderanno domenica 21, ruoterà intorno ad un obiettivo: dare subito prova di un governo che si prepara a ben investire i 172 miliardi che l’Italia potrebbe ricevere dall’Unione Europea

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A cosa servono gli Stati Generali che cominciano oggi a villa Pamphilj? La giornata inaugurale degli Stati Generali, che si concluderanno domenica 21, ruoterà intorno ad un obiettivo: dare subito prova di un governo che si prepara a ben investire i 172 miliardi che l’Italia potrebbe ricevere dall’Unione Europea. Spiega oggi Il Messaggero che quello dei finanziamenti europei è uno snodo decisivo, con il Consiglio Ue in programma la prossima settimana.

Il premier già da domani proverà a convincere i partner europei anche a concedere già nel 2020 un’anticipazione dei fondi. Di qui la presenza a Villa Pamphilj dei massimi vertici europei. Ursula von der Leyen dirà che il recovery fund è una occasione irripetibile per l’Italia, ma servono riforme e investimenti. E spiegherà come il nostro Paese può sfruttare al meglio questo piano con appunto le riforme. Il presidente del consiglio europeo Charles Michel invece parlerà nel dettaglio dei negoziati senza escludere che possano essere chiusi soltanto in autunno.

Ad aprire i lavori della prima giornata, alle 10.20, una breve dichiarazione del premier. Subito dopo il presidente del Consiglio prenderà la parola David Sassoli, a capo del Parlamento Europeo, mentre alle 11.00 toccherà a Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea, seguita (alle 11.30) da Paolo Gentiloni, commissario all’Economia. Ancora da confermare la partecipazione del numero uno della Bce, Christine Lagarde. Alle 12.30 interverrà Charles Michel, Presidente del Consiglio Europeo.

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La prima giornata degli Stati Generali (Il Messaggero, 13 giugno 2020)

Ma La Repubblica spiega che i negoziati europei si annunciano complicatissimi, tanto che si dà già per scontato che il summit del 19 giugno sarà interlocutorio e che per convincere i “frugali” e i Visegrad ci vorranno uno o due vertici supplementari a luglio. Con qualche governo che inizia a temere che l’accordo possa slittare addirittura all’autunno.

A Roma sono consapevoli di essere osservati speciali. Da Palazzo Chigi spiegano come Conte con gli Stati Generali intenda proprio dimostrare ai nordici che «l’Italia fa sul serio», lanciare investimenti e riforme per ammodernare, rilanciare l’economia, alzare la crescita. «Solo così – confidava ieri il premier allo staff – possiamo superare le perplessità e portare a casa il Recovery entro luglio». Le opposizioni restano sulle barricate. «Se Conte intende dialogare con noi può venire in Parlamento», provoca Giorgia Meloni. Ma il premier oltre che la freddezza del Pd ha dovuto fronteggiare anche le scintille del M5S. Il reggente Vito Crimi si è presentato con le proposte dei parlamentari 5 stelle. Peccato che Conte non le avesse chieste, non saprebbe che farsene.

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