Opinioni
A chi stava parlando Draghi?
di Vincenzo Vespri
Pubblicato il 2020-08-21
Nella mia gioventù, ero un fan della rivista satirica Cuore (che si autodefiniva settimanale di resistenza umana) e mi piaceva particolarmente la rubrica di Paterlini “Parla come mangi” dove il linguaggio dei politici veniva tradotto in un linguaggio semplice esplicitando il vero significato delle loro “metafore”. Quella rubrica mi ha insegnato molto. Dopo tanti anni, […]
Nella mia gioventù, ero un fan della rivista satirica Cuore (che si autodefiniva settimanale di resistenza umana) e mi piaceva particolarmente la rubrica di Paterlini “Parla come mangi” dove il linguaggio dei politici veniva tradotto in un linguaggio semplice esplicitando il vero significato delle loro “metafore”. Quella rubrica mi ha insegnato molto. Dopo tanti anni, ancora adesso, quando sento un politico parlare mi chiedo cosa voglia realmente dire con le parole che ha pronunciato, quali i suoi reali obiettivi, etc etc. Per molti politici attuali, il loro intervento ha semplicemente il compito di rammentare la loro esistenza: sono talmente scialbi che se non lo fanno, i cittadini si dimenticano che esistono. Mi ricordo che Paterlini riportò un lungo (ed inconcludente) discorso di Cariglia (allora segretario del PSDI) e lo tradusse in un laconico “Anch’io esisto”.
In questi giorni Draghi, l’eterno convitato di pietra della politica italiana, ha tenuto un discorso presso il meeting di CL a Rimini. Il senso del discorso è stato molto chiaro. Al di là del politically correct ha detto che questo Paese sta andando verso il disastro. I soldi del Recovery Fund saranno spesi in debito cattivo ossia non in spese produttive ma in interventi assistenziali al fine di creare consenso elettorale. Alla fine di questo periodo ci ritroveremo con 3000 miliardi di Euro di debito, con il PIL fermo e con i nostri giovani migliori emigrati all’estero. Ha fatto capire che le attuali opposizioni non farebbero meglio. Il fatto inoltre che in un meeting cattolico non abbia citato l’autorità morale della Chiesa come argine per fermare questo disastro annunciato, fa supporre che giudica l’operato dell’attuale Papa inadeguato rispetto al periodo storico che viviamo. Personalmente condivido totalmente questa analisi, ma perché mai Draghi ha sentito il bisogno di pronunciare questo discorso? Cosa voleva comunicare in realtà? Chi erano i suoi reali interlocutori?
Ora Draghi è una persona estremamente intelligente, che sa misurare le parole, stimato e conosciuto all’estero. Quindi escluderei a priori un discorso “carigliesco” finalizzato a ribadire la sua esistenza. Non ne ha chiaramente bisogno. Ma allora? Sui giornali l’interpretazione data più plausibile è che volesse dire un discorso del tipo “L’Italia è conciata molto male. Dovrebbero essere fatte riforme importanti ed impopolari (tipo abolizione di quota 100, abolizione del reddito di cittadinanza, patrimoniale, tassa di successione, etc etc). Non me la sento di scendere visto che non ho adeguate assicurazioni.” Ammettiamo che sia così. Ma se voleva semplicemente passare la mano, dire che non se la sentiva di impegnarsi per salvare l’Italia perché considerava ormai ineludibile e inarrestabile la crisi in cui il Paese è precipitato, perché mai la necessità di tenere un discorso di questo genere? Inoltre dichiarare la sua indisponibilità per lavorare per il Paese non è di certo il miglior viatico per sperare di essere eletto Presidente della Repubblica fra un anno e mezzo.
L’altra possibilità è che invece chiedesse realmente aiuto ed assicurazioni per salvare il Paese. Ossia volesse dire: “Se non si interviene subito, il Paese fa un botto terrificante e trascina nella catastrofe molte altre economie traballanti. Io posso evitare questa “apocalisse” ma ho sogno di garanzie ed aiuti”. Questo discorso mi suona meglio del precedente, ma qui nasce un altro interrogativo. A chi chiedeva queste assicurazioni? Dal tono del discorso, non di certo agli attuali partiti politici, neanche alle massime autorità politiche e religiose del Paese (Papa e Presidente della Repubblica) e neppure alle forze produttive o ai giovani. E allora? A “fantomatici” poteri forti? Al deep state? Alle Banche Centrali? Agli altri Paesi Europei? Alla Bilderberg? Mi sembra di vivere in una serie televisiva. Lo scorso anno si viveva il colpo di scena del suicidio politico di Salvini e della nascita del Conte bis. Adesso si vive un’apocalisse annunciata (come in The Umbrella Academy). Prepariamoci, a settembre inizierà la terza stagione. Ci saranno (forse) chiariti alcuni dubbi e altri ne nasceranno. Arriverà l’Apocalisse? Saremo salvati da un Cavaliere Bianco all’ultimo momento? Come cittadini, sempre più relegati al ruolo di sudditi, non ci resta che sederci sul divano con i nostri popcorn ad assistere all’horror show che si sta preparando… L’unica cosa che possiamo fare è ripetere come un mantra la frase “Io speriamo che me la cavo”.