Ma lo Zaia preoccupato per i contagi in Veneto è lo stesso che ha autorizzato sport e trasporti senza limite di capienza?

di Mario Neri

Pubblicato il 2020-07-01

«Vedo un sacco di gente che per salutarsi ha ripreso a stringersi la mano, che si abbraccia. State attenti, non si fa». Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia è preoccupato. In mano ha i dati del bollettino mattutino (poi aggiornati in serata): «Abbiamo 5 ricoveri in più, altre 35 persone in isolamento, 8 nuovi …

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«Vedo un sacco di gente che per salutarsi ha ripreso a stringersi la mano, che si abbraccia. State attenti, non si fa». Il presidente della Regione Veneto Luca Zaia è preoccupato. In mano ha i dati del bollettino mattutino (poi aggiornati in serata): «Abbiamo 5 ricoveri in più, altre 35 persone in isolamento, 8 nuovi positivi. Questi indicatori non sono buoni, si potrà anche sostenere che sono casi isolati, ma non può passare l’idea della “festa della liberazione”. Ora però il governatore dovrebbe fare pace con sé stesso.

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Perché è stata una sua scelta quella di autorizzare la ripresa degli sport di contatto nella Regione nell’ordinanza che sarà in vigore fino al 10 luglio. Così come è stata una sua scelta quella di togliere i limiti di capienza ai trasporti pubblici regionali e locali. Proprio lui che adesso dice: «Non voglio diffondere allarmismi, dico però che bisogna fare attenzione. Distanziamento sociale, mascherina, igienizzazione, niente strette di mano. Guardate che di coronavirus si muore. A me inquieta che ci siano cittadini che chiedono quando si smetterà la mascherina: è una rottura di scatole, specie in estate col caldo, lo so, ma è una necessità». E allora delle due l’una: se l’idea è fare tana libera tutti, dando la sensazione del ritorno alla normalità, poi a cosa serve lamentarsi se i cittadini percepiscono un ritorno alla normalità?

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