Perché il voto a luglio potrebbe premiare Salvini

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-05-09

Secondo i maggiori istituti di ricerca la Lega potrebbe doppiare Forza Italia Centrodestra vicino al 40%. M5S e e Pd fermi ai risultati del 4 marzo

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Il voto a luglio potrebbe premiare la Lega e la coalizione di centrodestra, che potrebbe arrivare a sfiorare o a toccare la maggioranza in una delle due camere o addirittura in entrambe. Non solo: secondo gli istituti di sondaggi le urne estive potrebbero in qualche modo incentivare la disaffezione degli elettori nei confronti del voto, aumentando il coefficiente di astensionismo.

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Il sondaggio Ipsos sulle intenzioni di voto (Corriere della Sera, 5 maggio 2018)

Per questo, spiega oggi Repubblica, la distanza ravvicinata tra due consultazioni celebrate a pochi mesi l’una dall’altra potrebbe costituire un disincentivo al voto:

Se si votasse oggi, certifica infatti una delle ultime rilevazioni Tecné, astensionisti e indecisi toccherebbero insieme il 37,9 per cento. Mentre per l’istituto Noto un terzo dei consensi espressi il 4 marzo non verranno confermati, includendo transfughi e gente in fuga dai seggi. Spiega Ilvo Diamanti, presidente di Demos: «Ci troviamo di fronte a una situazione assolutamente inedita e perciò ancora tutta da esplorare, ma la mia impressione è che la voglia di votare da parte dei cittadini non ci sia, solo un altissimo tasso di sfiducia». Aggiunge Roberto Weber di Ixé: «Li abbiamo appena stressati, questi poveri italiani, adesso gli chiediamo pure il bis, in più con l’aggravante di dover scegliere fra partiti che si sono dimostrati incapaci di trovare una soluzione ai problemi del Paese».

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Sondaggi SWG, la fiducia il Di Maio (Il Messaggero, 5 maggio 2018)

Di certo c’è, sottolinea il direttore di Emg Fabrizio Masia, che «tornare alle urne in una domenica di luglio significa che molti saranno già in ferie oppure al mare per una giornata intera, dunque poco propensi a rientrare prima per votare. Ciò rischia di portare a una partecipazione più bassa e di ripercuotersi sul consenso: se si dovesse scendere — poniamo — dal 73 al 65, questa disaffezione potrebbe addensarsi soprattutto al Sud. Penalizzando il M5S che lì è di gran lunga primo partito».

Proprio per questo a godere del precipizio verso le urne sarà soprattutto il centrodestra, che grazie al traino di una Lega in forte rialzo, non solo arriverebbe ancora primo, ma addirittura raggiungerebbe da solo la maggioranza in Parlamento. «Noi abbiamo fatto tante simulazioni e a oggi l’alleanza è già oltre il 40%», afferma Nicola Piepoli, «un trend positivo che sarà complicato invertire: Salvini è sopra il 20, Fi e FdI in parità rispetto al 4 marzo: perché non si tratta di fuoco amico, per la Lega provenienza dei voti non è interna, ma pesca fra gli astensionisti e nel M5S». Il quale è dato invece come «ristagnante», e non solo da Piepoli: «L’elettorato grillino è più volatile di quello di centrodestra, assai meno motivato», conferma Weber (Ixé).

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