“Se un gay mi tocca le palle, lo prendo per una battuta”, l’assurdo paragone di Sgarbi sulla molestia subita da Greta Beccaglia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-11-30

Il deputato e critico d’arte riesce a non tenere a freno le parole. E non è una cosa nuova

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Vittorio Sgarbi ha un potere immenso e quasi sovrannaturale: rendere macchiettistico qualsiasi argomento affronti, soprattutto se legato a temi di stretta attualità. Il critico d’arte, parlamentare della Repubblica Italiana, sindaco si Sutri e assessore mancato (è durato meno di 24 ore) in un Municipio di Roma, torna a ripetersi dopo molte uscite fuori luogo fatte durante questa lunga pandemia. E, questa volta, il tema è quello della “pacca sul sedere” – che è una molestia sessuale, come previsto dalla legge e dalle sentenze della Cassazione (che fanno giurisprudenza) – subita dall’inviata di Toscana Tv Greta Beccaglia sabato scorso, mentre effettuava il suo collegamento in video fuori dallo Stadio “Castellani” di Empoli.

Vittorio Sgarbi e le “toccatine” che subisce quotidianamente

“Oggi sono stato insistentemente toccato da due donne che mi hanno sfiorato il culo e non ho denunciato. Gli omosessuali che incontro mi toccano sempre le palle e non ho mai detto niente – ha detto Vittorio Sgarbi ospite di Nicola Porro a Quarta Repubblica (Rete4) -. Se un omosessuale mi tocca le palle lo prendo per una battuta e mi capita sempre. Una donna può stare al gioco, oppure può denunciare ed essere risarcita con 1000 euro. Fai una multa contro la maleducazione, non parli di violenza sessuale. Non è violenza, non è violenza, non è violenza”.

Il tutto è stato condito da un confronto acceso con Paolo Cento – anch’egli ospite negli studi Mediaset – che provava a controbattere a questo assurdo parallelo tra il racconto del deputato multitasking e la molestia subita dall’inviata di Toscana Tv per mano di Andrea Serrani, “tifoso” della Fiorentina. E alle contestazioni, Sgarbi ha replicato con tutto il suo classico vocabolario: dal “vaffanc*lo” ripetuto al “cogl*one” come sentenza definitiva.

Ma Vittorio Sgarbi non è nuovo a uscite di questo tipo. Perché se oggi utilizza questi termini e paragoni fantasiosi per derubricare quanto accaduto a Greta Beccaglia, in passato aveva utilizzato parole vergognose nei confronti di Cecilia Strada.

“La figlia di Gino Strada può stare tranquilla: non troverà fascista che voglia fare sesso con lei, e tanto meno riprodursi in lei; non vorranno darle una gioia, sacrificandosi – scriveva su Facebook nel giorno di San Valentino del 2018 -. La figa è un’altra cosa, e non ha orientamento politico. Per questo faticherà a trovare anche comunisti disposti a fare sesso con lei. Diciamo che la questione non è politica, e finirei qui”. Stupirsi, dunque, del suo atteggiamento anche sulla violenza subita, in diretta tv, da Greta Beccaglia è superfluo. I sintomi erano già evidenti. Da tempo.

(foto da Instagram)

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