La Raggi toglie i sampietrini dalle vie del Centro (ma lo aveva già promesso un anno fa)

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-06-12

A Roma nulla si crea e nulla si distrugge, e così Virginia Raggi ieri raccontava di aver inventato il “piano sampietrini”, il primo nel suo genere “una cosa che nessuno aveva mai fatto”. Peccato che lo aveva già promesso nel 2018 e che era stato già annunciato dalla famigerata amministrazione precedente nel 2015. Fra quanto la Raggi annuncerà di aver scoperto la ruota?

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Che non si dica che a Roma il MoVimento 5 Stelle non sta facendo nulla. Ieri ad esempio l’assessora alla Mobilità Linda Meleo dopo aver sentito dire che sui mezzi pubblici della Capitale spesso e volentieri l’aria condizionata non funziona ha fatto l’impensabile: ha chiesto un report sulla situazione ad ATAC. E sempre ieri Virginia Raggi ha presentato «il Piano Sanpietrini per le strade di Roma».

Il grandioso “Piano Sampietrini” di Virginia Raggi

In cosa consiste il “piano”? Intanto dovete sapere che si tratta di una cosa che “nessuno prima di noi aveva fatto“. Un nuovo record nel MoVimento dei record. All’atto pratico il “piano” consiste nella rimozione dei selci in basalto dalla pavimentazione di alcune strade romane particolarmente trafficate per sostituirli con un liscio nastro d’asfalto. Allo stesso tempo in alcune strade pedonali del Centro la copertura bituminosa verrà tolta e rimpiazzata con i sampietrini (quelli che – forse – sono sotto o quelli tolti dalle altre strade). Una grande iniziativa a costo “quasi” zero (perché se sampietrini verranno riciclati il lavoro di posa ha un costo). Il costo complessivo dovrebbe aggirarsi tra i 10 e i 15 milioni di euro l’anno. E per far partire i lavori sarà necessario prima indire le gare d’appalto. Un aspetto questo non secondario visto che il M5S a Roma ha dimostrato ampiamente di non sapere fare i bandi.

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Ma è tutto bello, bello, bellissimo come lo racconta la sindaca quando parla di “ricucitura di ambiti urbanistici omogenei che esaltano bellezza e funzionalità di strade vicoli e piazze“? Ovviamente no. Perché i lavori per togliere i sampietrino da viale Aventino e rimetterli in via del Corso e quelli per rimuoverli  da via Nazionale e da via Marsala e ripavimentare con i selci via Condotti non partiranno prima del 2020 (bandi permettendo…) e quindi se va bene se ne parla per il 2021. Ma di queste previsioni non si deve fidare troppo, vedi alla voce bandi per la rimozione delle auto in sosta vietata e altro. Partiranno quest’anno quelli per via IV Novembre, ma solo perché il bando e gli stanziamenti (quelli per il Giubileo) ci sono già.

Quando Virginia Raggi rifletteva sui sampietrini

E non finisce qui. Perché molti si sono accorti che giugno a Roma è il mese dei sampietrini. Esattamente un anno fa la Raggi da Bruno Vespa dichiarava che era necessario «aprire una riflessione sui sampietrini». A fine giugno del 2018 il Campidoglio annunciava un “piano anti-buche” che riguardava esattamente le stesse strade coinvolte nell’innovativo “piano” del 2019. Ovviamente la pavimentazione è rimasta la stessa, forse perché l’assessora Margherita Gatta nel frattempo ha fatto sapere che l’emergenza buche è terminata (e allora a che pro rimuovere i sampietrini?)

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via Twitter.com

Insomma già un anno fa la sindaca della Capitale diceva di voler togliere i sampietrini perché la pavimentazione sconnessa causava danni alle auto. Addirittura a luglio del 2018 cinguettava su Twitter riguardo la necessità di “aprire un dibattito pubblico sull’ipotesi di toglierli dalle vie ad alta percorrenza“. L’idea era quella di indire un referendum online o una qualche forma di consultazione pubblica sul sampietrino. Referendum che ovviamente non c’è stato.

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Dal momento che è assodato che il Piano Sampietrini è solo uno dei tanti annunci della Raggi possiamo anche smentire l’affermazione riguardo al fatto che “nessuno lo aveva fatto prima”. Nel 2015 l’allora l’assessore ai Lavori Pubblici di Roma Capitale Maurizio Pucci annunciava l’avvio del “piano”: «Il piano sampietrini inizierà da via Marsala, vicino la stazione Termini. È un luogo di degrado assoluto». Insomma la povera Raggi non riesce ad inventare nulla di nuovo. Chissà se entro il 2020 riuscirà almeno a portare a termine il “piano”.

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