Incastrato dal dna sulla mascherina, così è stato arrestato l’uomo che ha aggredito con una forbice un’estetista

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-08-16

I fatti risalgono allo scorso 21 maggio. La donna, colpita anche al volto, ha perso la vista all’occhio destro

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Aveva scaricato tutta la sua rabbia, per motivi non chiari e ancora da accertare, contro quella donna che lavorava in un centro estetico di Vignola, in provincia di Modena. L’aveva colpita ripetutamente con un paio di forbici, sia al corpo che al volto. Una veemenza incontrollata, con uno dei colpi che ha provocato la perdita della vista dall’occhio destro per la donna. Ora, dopo quasi tre mesi di indagini, l’uomo è stato identificato ed è stato arrestato. Il fermo è avvenuto grazie al lavoro della scientifica che ha individuato tracce di dna su una mascherina anti-Covid.

Vignola, arrestato l’uomo che colpì con una forbice un’estetista

L’aggressione nel centro estetico e massaggi di Vignola risale allo scorso 21 maggio. L’uomo, come denunciato dalla donna aggredita, si trovava all’interno del locale e si era seduto nella sala d’attesa. Poi, tutto d’un tratto, si è alzato e ha colpito ripetutamente l’estetista con un paio di forbici. Una violenza inaudita nei confronti di una donna che non aveva mai visto prima, come confermato dalla stessa vittima dopo il ricovero in ospedale. Ma lei, una 49enne, porterà a vita i segni visibili sul proprio corpo e sulle proprie funzioni. Perché l’aggressore ha concentrato la sua furia sul volto della vittima, provocandole una grave ferita anche all’occhio destro. Nonostante l’operazione chirurgica immediata, la donna ha perso la vista da quell’occhio.

E sulla scena del crimine gli inquirenti avevano trovato una mascherina. Era quella che, secondo i racconti dei presenti, indossava l’aggressore, un 32enne italiano, al momento della colluttazione. Il dispositivo di protezione individuale anti-Covid, era stato lasciato lì dall’uomo in quei concitati momenti di pura follia. E proprio lì sopra sono state rinvenute tracce di dna che hanno consentito prima la sua individuazione e poi il suo arresto. Ora l’uomo si trova in carcere e dovrà rispondere dell’accusa di lesioni aggravate.

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