Il direttore dello Spallanzani Vaia: “La politica deve ascoltare i tecnici e decidere, non viceversa”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-04-18

“I vaccini a rischio zero non esistono, ma di sicuro tutti i vaccini, sia Rna che gli altri, abbattono tanti rischio di mortalità. Siamo ancora in guerra”

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Ospite di Mara Venier a Domenica In, Francesco Vaia, direttore sanitario dell’ospedale Lazzaro Spallanzani di Roma, lo ha ribadito, e – anche se non ha detto a quale parte della politica facesse riferimento, sembra chiaro che stesse parlando a chi vuol riaprire a tutti i costi: “La politica deve ascoltare i tecnici e decidere, non viceversa”, perché “siamo ancora in guerra, e bisogna comportarsi come quando si è in guerra”. Anche se poi il direttore dello Spallanzani ha tenuto a rassicurare, dicendo di non dover essere né “ottimisti”, né “catastrofisti, perché la bella stagione ora aiuterà”. Ha continuato, parlando di vaccini, e urlando anche questo: “Il virus si sconfigge con i vaccini e le terapie intensive, se siete prenotati con AstraZeneca fatelo tranquillamente”. Ha detto il direttore dello Spallanzani:

Le dosi dei vaccini? Sono ancora insufficienti, ma mi auguro, come dice il generale Figliuolo, che ora le somministrazioni aumenteranno considerevolmente. Saremo tutti contenti e vaccineremmo grandi quantità di persone. L’importante è anche curare le persone ai primi sintomi di malattia con gli anticorpi monoclonali. Il 99% delle persone cui sono stati somministrati sono tornate a casa guarite. Gli anticorpi sono salvavita e abbiamo balbettato perdendo tempo anche su questo.

Noi in Italia con la campagna vaccinale c’eravamo fermati per il non giusto approvviggionamento di dosi, problemi di contratti. Poi abbiamo detto che un vaccino non andava bene per gli over 80, poi che lo era solo per gli under 60. Abbiamo discusso su questo, è stato detto tutto il contrario di tutto. I vaccini a rischio zero non esistono, ma di sicuro tutti i vaccini, sia rna che gli altri, abbattono tanti rischio di mortalità, vorrei che la comunicazione aiutasse in questo.

Con le riaperture, con il rischio calcolato, noi guadagnamo spazi di socialità. Non bisogna essere né catastrofisti e né ottimisti, la buona stagione adesso aiuta. Mi auguro che il governo possa intervenire e investire sui trasporti e sulla scuola. Non aggiriamo il problema, ora i vaccini e le terapie sono in campo sempre di più.

Vorrei vedere il bicchiere non mezzo pieno, ma per tre quarti sì. I morti ci sono ancora, ma cominciamo con la discesa, così come sono in discesa gli ingressi in ospedale e in rianimazione. I numeri stanno migliorando. Il virus si sconfigge con tre armi: vaccini, terapie innovative e coraggio delle persone nell’affrontare il covid.

Noi guardiamo avanti – ha aggiunto – abbiamo tutti commesso degli errori, anche la comunità scientifica e la politica che ha, a volte, balbettato non decidendo subito e nascondendosi dietro ai tecnici. La politica deve ascoltare i tecnici e decidere, non viceversa. Ho rabbia quando sento che l’erba del vicino è sempre più verde. La nostra poteva essere meglio di quella inglese, ecco perché mi da fastidio sentir parlare di modello inglese.

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