Vaccino obbligatorio per medici e infermieri: si studia una legge nazionale

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-03-26

Oggi i dati sulle immunizzazioni tra il personale sanitario: la maggior parte dei rifiuti nelle RSA

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Nella giornata di oggi saranno pubblicati i dati sulle vaccinazioni del personale sanitario in tutto il Paese. I numeri sono stati raccolti da Agenas, l’agenzia sanitaria nazionale delle Regioni e, sulla base di tutto ciò, il governo deciderà se dare il via all’iter per realizzare una legge specifica per il vaccino obbligatorio medici e infermieri. In particolare, il dato che preoccupa di più è quello di chi opera all’interno della RSA, dove risulta più elevato il numero di chi ha rifiutato di ricevere la dose di prodotto anti-Covid.

Vaccino obbligatorio medici e infermieri: si studia una legge nazionale

Il quotidiano La Repubblica sottolinea come, in base al report che sarà pubblicato oggi, il Ministero della Salute aprirà uno spazio di riflessione per arrivare – eventualmente – a una legge nazionale per il vaccino obbligatorio medici e infermieri. Un qualcosa che potrebbe ricalcare quanto già deciso in Puglia un mese fa, attraverso un provvedimento Regionale.

Oggi arriveranno i dati sulla copertura dei dipendenti di Asl e ospedali — ma anche di Rsa e strutture private e accreditate — elaborati da Agenas, l’agenzia sanitaria nazionale delle Regioni. Alla luce di quei numeri, si valuterà come procedere: in particolare, se prendere la strada dell’intervento legislativo da molti richiesto.

Ma i primi numeri sono già trapelati.

Tra medici e infermieri, dicono i dati preliminari in corso di elaborazione, la copertura sarebbe superiore al 90%, in certi casi anche sopra il 95. La vedono un po’ più rosea i rappresentati dei professionisti, come la federazione degli infermieri Fnopi e il sindacato degli ospedalieri Anaao, che parlano di 99% di adesione alla campagna vaccinale.

La questione RSA

Il dato più preoccupante arriva dalle RSA, dove sono ricoverati gli anziani, considerati tra i soggetti più fragili da proteggere. Ed è lì che i numeri non tornano. Per esempio, Anaste, una delle associazioni dei titolari di Rsa riporta dei dati molto più bassi rispetto a quelli registrati negli ospedali: “Nelle nostre strutture la copertura oscilla tra il 75 e l’85%. Non sempre però abbiamo i dati perché i lavoratori non sono tenuti a dircelo – ha spiegato a La Repubblica il vicepresidente Paolo Moneti -. Io sono favorevole all’obbligo, perché chi lavora nel sistema sanitario non può non essere vaccinato. Se si va sotto il 70% di copertura, si rischiano problemi seri. Non ci dimentichiamo che ospitiamo le persone più fragili”.

(foto: ipp clemente marmorino)

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