Il miracolo di Umberto Bossi che grazie al seggio sfuggirà alla legge

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-02-08

Bossi senior è candidato al Senato in un collegio blindato, quello di Varese. «L’ho fatto per riconoscenza», ha spiegato Matteo Salvini. Senza però precisare che la sua riconoscente generosità sarà a carico nostro

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Umberto Bossi è stato condannato in primo grado a due anni e tre mesi con l’accusa di aver usato i soldi del partito per esigenze familiari. Per questo i magistrati volevano sequestrargli i conti correnti allo scopo di ristorare almeno parzialmente i 49 milioni di euro del danno. Ma il tribunale ha deciso che non si può perché, racconta Sergio Rizzo su Repubblica, i suoi denari sono frutto del vitalizio che non è pignorabile. Ma Bossi riceve anche una pensione da parlamentare europeo, della quale si può pignorare un quinto, come deciso dal tribunale del Riesame. Ma, racconta Sergio Rizzo su Repubblica oggi, non è mica finita qui:

Poca roba, certo. Una vera miseria in confronto ai denari pubblici evaporati: l’anno scorso i giudici avevano disposto la confisca di 49 milioni. Ma piuttosto che niente, dice il proverbio, meglio piuttosto. Se non fosse per la beffa dietro l’angolo, con il risultato che alla fine l’erario non vedrà neppure un euro. E ora spieghiamo perché.

Bossi senior è candidato al Senato in un collegio blindato, quello di Varese. «L’ho fatto per riconoscenza», ha spiegato Matteo Salvini. Senza però precisare che la sua riconoscente generosità sarà a carico nostro. Con la sicura elezione a palazzo Madama Bossi si vedrà sospendere, oltre al vitalizio da ex parlamentare, anche la pensione da parlamentare europeo. Così lo Stato perderà a sua volta il diritto a prelevarne un quinto: restando perciò con un palmo di naso.

umberto bossi renzo bossi

Questo perché, spiega Rizzo, Umberto Bossi incasserà lo stipendio da senatore che però non è pignorabile:

Condannato per aver impiegato a fini personali il denaro della collettività dopo aver raccolto consensi criticando «il malcostume del partiti tradizionali», stigmatizzano i giudici nelle motivazioni della sentenza di primo grado, avrà dalla stessa collettività perfino un aumento dell’appannaggio. Tutto legale, ovvio.

Ma questo paradosso, irritante per chiunque abbia a cuore una politica seria e moralmente decente, si sarebbe potuto evitare. Bastava non fare ciò che in nessun altro Paese civile avrebbero fatto: candidare alle elezioni per rappresentare il popolo chi aveva subito una condanna per un reato grave come aver sottratto denari allo Stato. Che poi saremmo noi, cioè il popolo.

Leggi sull’argomento: Come hanno preso i leghisti il sequestro preventivo dei conti della Lega

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