La squadra che lascia il campo dopo i cori razzisti a un compagno ma perde 3-0 a tavolino

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-11-18

In seconda categoria una squadra di Tribano, comune vicino Padova, ha abbandonato il campo prima della fine della partita contro l’Atletico Granze dopo che una persona sugli spalti ha rivolto cori razzisti a un calciatore nero

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Atletico Granze – Tribano, gara di seconda categoria disputata in provincia di Padova, è finita prima del convenzionale triplice fischio dell’arbitro dopo il novantesimo minuto. Sul risultato di 3-3, infatti, ad alcuni minuti dal termine una persona sugli spalti ha imitato il verso della scimmia nei confronti di un 22enne del Tribano, Diedhou Moussa. A quel punto i suoi compagni di squadra hanno deciso di comune accordo di rientrare negli spogliatoi per dare un segnale di vicinanza alla vittima del gesto e comunicare a tutti i presenti quanto siano intollerabili certi atteggiamenti.

Il Tribano lascia il campo in anticipo per cori razzisti

Moussa è sbarcato a Lampedusa nel 2017 dopo aver attraversato il Mediterraneo. Anche la società, con un comunicato, gli ha espresso solidarietà. La squadra, però, è stata punita dal giudice sportivo con un 3-0 a tavolino. Applicando il regolamento alla lettera, infatti, non è stato possibile evitare il ko d’ufficio e la squalifica di una settimana al dirigente accompagnatore della squadra. L’Atletico Granze, che si è dissociato da quanto accaduto e ha dato la colpa a pochi facinorosi, è stato sanzionato: una partita a porte chiuse, con pena sospesa per un anno e da applicarsi in caso di nuovi episodi, e una multa di 50 euro. Provvedimento che tiene conto del fatto che si tratta di una società dalle piccole dimensioni, e che non aveva responsabilità verso quanto accaduto. Nel referto dell’arbitro, oltre ai cori razzisti, il direttore di gara ha segnalato anche dei disordini nel terreno di gioco che hanno richiesto l’arrivo delle forza dell’ordine. I calciatori della squadra ospite hanno riferito di aver ricevuto diversi altri insulti nel corso del match.

Intervistato dalla Rai, il vicepresidente del Tribano Maurizio Calore ha dichiarato: “Ce l’aspettavamo, ma ci siamo presi delle responsabilità che vanno al di là del risultato”. “Siamo una famiglia – ha aggiunto Jacopo Masola, capitano – ci vediamo molto spesso, era fondamentale prendere questa decisione tutti insieme”.

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