I trenta lavoratori “Raggi-rati” e licenziati da Roma Multiservizi

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-02-09

La vertenza sindacale dei 30 lavoratori in mobilità della Roma Multiservizi si è conclusa questa notte con un licenziamento collettivo. Questa mattina al presidio dei sindacati davanti alle porte dell’Azienda i lavoratori accusano la Raggi e il MoVimento 5 Stelle di non aver mantenuto le promesse. All’orizzonte il timore che questi siano solo i primi licenziamenti, e le 5 Stelle stanno a guardare

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Le trattative tra Roma Multiservizi, azienda partecipata di secondo livello del Comune di Roma, e organizzazioni sindacali sono andate avanti fino a tarda notte ma non è stato raggiunto un accordo. Il tavolo convocato ieri presso l’assessorato al Lavoro della Regione Lazio per affrontare la questione dei trenta dipendenti del settore amministrativo di Multiservizi a cui è stata recapitata lettera di licenziamento il 26 settembre scorso si è concluso con il licenziamento dei lavoratori messi in mobilità.

Fallita la trattativa in Regione per salvare trenta posti di lavoro

Nel verbale della riunione si legge che l’azienda sostiene “l’impossibilità di percorrere soluzioni alternative che possano ridurre del tutto e/o in parte l’esubero denunciato” poiché gli strumenti proposti non risultano idonei a “una imprescindibile riorganizzazione e razionalizzazione della struttura di sede e dei servizi di coordinamento del territorio non più procrastinabile” ma “l’azienda – prosegue il verbale – ribadisce la disponibilità a ricollocare il personale in esubero su mansioni operative presenti sul territorio, con salvaguardia della medesima retribuzione” in presenza “del consenso dei lavoratori ad oggi mai rappresentato”, conclude l’azienda. Per i sindacati confederati invece è solo l’inizio perché il fallimento di questa vertenza accende “lo spettro dei licenziamenti su tutta la Multiservizi, perché questi sono i primi trenta che ad oggi sono licenziati”.

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Secondo Serenetta Monti dell’Usi questa vicenda è “soltanto l’inizio di una lunga catena di licenziamenti. Questi lavoratori di fatto sono licenziati, mentre i consiglieri M5s Roberto Di Palma e Daniele Diaco ci dissero che non ci sarebbe stato nessun licenziamento”. Come ricorda in una nota il consigliere comunale Stefano Fassina Roma Multiservizi è al 51% di Ama, a sua volta al 100% del Campidoglio. Per Fassina la responsabilità politica dei licenziamenti è della Giunta Raggi “che fa finta di essere attiva, ma impotente sui vertici aziendali”.

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Poco più di un mese fa l’Assessore allo sviluppo strategico delle Partecipate di Roma Capitale Alessandro Gennaro ribadiva l’impegno del Comune per salvare i trenta posti di lavoro e ricordava che la giunta stava “andando avanti” sulla gara a doppio oggetto per Roma Multiservizi. Bando di gara che la Raggi e i suoi colleghi di giunta non riescono a pubblicare da ben otto mesi.

I dipendenti Raggi-rati dal MoVimento 5 Stelle

I dipendenti se la prendono direttamente con la sindaca Virginia Raggi che è stata a loro dire incapace di risolvere un problema del quale l’Amministrazione era perfettamente a conoscenza. Nonostante le rassicurazioni di Gennaro che nei giorni scorsi aveva dichiarato che l’amministrazione capitolina si era spesa “in un’opera di mediazione con i vertici di Ama e di Roma Multiservizi, garantisce la revoca delle procedure di mobilità aperte dall’azienda nei confronti di 30 dipendenti, assicurando la tutela del loro posto di lavoro a parità di stipendio”

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Un striscione contro la Raggi e la giunta Capitolina sotto la sede della Roma Multiservizi

.Procedure di messa in mobilità che nonostante le promesse non sono state revocate. I dipendenti, che già nei giorni scorsi erano saliti sul tetto dell’Azienda, protestano e dicono di essere stati Raggi-rati dalle promesse fatte dall’Amministrazione comunale e dal presidio organizzato questa mattina all’ingresso di Roma Multiservizi danno la colpa direttamente ai pentastellati. Tra le soluzioni proposte da Roma Multiservizi, e da Gennaro, c’è anche quella del demansionamento e ricollocamento dei dipendenti in mobilità già declinata da lavoratori e sindacati.

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E non c’è dubbio che la responsabilità della situazione attuale sia del partito di Di Maio. Il MoVimento 5 Stelle aveva infatti promesso ai lavoratori di Roma Multiservizi, di risolvere l’annosa questione della stabilità del loro rapporto di lavoro. Ignazio Marino voleva dismettere dismettere Roma Multiservizi. La Raggi (con Frongia, De Vito e Stefàno) quando era all’opposizione invece si oppose ad una eventuale dismissione dell’azienda auspicando una internalizzazione dei dipendenti. Una promessa importante che sicuramente le garantì parecchi voti. Dopo le elezioni l’allora assessora Paola Muraro annunciò che il Comune avrebbe assunto i lavoratori dell’azienda. Ovviamente era una balla e qualche tempo dopo il M5S fece marcia indietro  dicendo che per i servizi che finora erano stati erogati dall’azienda si sarebbe invece fatta una gara a cui Roma Multiservizi poteva partecipare.

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I lavoratori vennero a protestare in Aula e per tutta risposta ricevettero un Daspo.  La giunta Raggi ha fatto il bando a cui Roma Multiservizi poteva partecipare e poi lo ha ritirato perché era stato sonoramente bocciato dall’Antitrust e rischiava di perdere i ricorsi al TAR già pronti. Risultato: quel bando al quale l’amministrazione capitolina aveva lavorato “per bene” per oltre otto mesi è stato sospeso “a data da destinarsi”.  A inizio gennaio le organizzazioni sindacali hanno annunciato l’intenzione di portare in procura una denuncia per falso a carico del MoVimento 5 Stelle Roma per un verbale della commissione Ambiente, presieduta dal consigliere 5S Daniele Diaco, dal quale sarebbero sparite alcune frasi dell’ex assessore che manifestava l’intenzione di trasformare Roma Multiservizi in un’azienda di primo livello.

 

Foto copertina via Facebook.com

 

 

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