Trattativa, Il Fatto e Santoro a giudizio per diffamazione

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-01-19

Accusato di aver offeso la reputazione di alcuni ufficiali dei carabinieri impegnati a Palermo in indagine di mafia, pubblicando notizie su presunte azioni messe in atto per ostacolare la cattura di Bernardo Provenzano e di Matteo Messina Denaro, otto giornalisti, un avvocato e due carabinieri sono stati rinviati a giudizio. Il provvedimento è del gup …

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Accusato di aver offeso la reputazione di alcuni ufficiali dei carabinieri impegnati a Palermo in indagine di mafia, pubblicando notizie su presunte azioni messe in atto per ostacolare la cattura di Bernardo Provenzano e di Matteo Messina Denaro, otto giornalisti, un avvocato e due carabinieri sono stati rinviati a giudizio. Il provvedimento è del gup Cinzia Parasporo che ha fissato per l’11 maggio del prossimo anno il processo per diffamazione che vedrà imputati l’avvocato Giorgio Carta al quale si contesta d’aver organizzato la conferenza stampa nel corso della quale furono espressi i giudizi su un gruppo di ufficiali dei carabinieri, i carabinieri Saverio Masi e Salvatore Fiducia e gli otto giornalisti.
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Tra questi ultimi il direttore de Il Fatto quotidiano Antonio Padellaro e di Servizio Pubblico Michele Santoro. A denunciare i fatti furono gli ufficiali dei carabinieri tutti in servizio tra il 2001 e il 2006 a Palermo nel Nucleo investigativo che si sono costituiti nel giudizio parte civile con la sentenza dell’avvocato Remo Pannain. Anche se i nomi degli ufficiali non furono fatti esplicitamente questi si identificarono nelle persone di cui si parlava negli articoli di stampa. L’inizio del processo è stato fissato l’11 maggio 2016, davanti al giudice monocratico Michele Romano.

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