La grande trappola di Salvini e la corsa degli stolti per caderci dentro

di Elio Truzzolillo

Pubblicato il 2019-08-12

La domanda che dovete farvi, e che nessuno in questi giorni pare farsi, è perché Salvini abbia deciso di staccare la spina al governo quasi fuori tempo massimo per votare entro il 2019. Escludendo che Salvini abbia preso questa decisione perché indispettito dall’inutile mozione sulla TAV che, tra l’altro, lo ha visto vincitore, è una …

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La domanda che dovete farvi, e che nessuno in questi giorni pare farsi, è perché Salvini abbia deciso di staccare la spina al governo quasi fuori tempo massimo per votare entro il 2019. Escludendo che Salvini abbia preso questa decisione perché indispettito dall’inutile mozione sulla TAV che, tra l’altro, lo ha visto vincitore, è una domanda che non può essere liquidata facilmente. Possiamo pensare che abbia fatto male i suoi calcoli? Non si può escludere, ma questo non cambia i termini della questione. Salvini aveva un problema: dopo aver promesso l’impossibile sapeva di non poter mantenere le promesse fatte con la prossima Legge di Bilancio. Quale migliore via d’uscita di farla fare a qualcun altro per poi lamentarsi del fatto che è stata scritta sotto i diktat di Bruxelles? Ovviamente Salvini continuerà a battersi per elezioni in autunno, tanto ci penseranno i suoi avversari a mettersi da soli la corda intorno al collo e dare un calcio alla sedia. Pensateci bene, un nuovo governo (tecnico, di resistenza, di transizione, balneare, di scopo, qualunque pittoresco nome gli verrà dato) non potrà fare nessuna riforma strutturale (non la fanno neanche quelli pollici quindi figuriamoci) se non mettere qualche balzello qua e là per tentare di evitare l’aumento dell’IVA. Forse tenterà di fare una legge elettorale proporzionale per garantirsi un’alleanza post elettorale tra M5S e PD (seguendo la gloriosa tradizione italiana di proporre un anno sì e uno no una nuova legge elettorale per danneggiare gli avversari). In compenso questo possibile governo sgraverà Salvini da ogni responsabilità e l’anno prossimo potrà puntare direttamente al 50% dopo aver assorbito definitivamente Forza Italia e avere martellato per mesi gli elettori sui danni dell’austerity, sulla dittatura degli euro burocrati e sui poteri forti. Se sarà fortunato ci sarà anche un ulteriore rallentamento della congiuntura economica internazionale che lo aiuterà nella sua propaganda (gli stessi grillini hanno costruito molte delle loro fortune strumentalizzando la crisi dei “subprime” del 2008 e quella degli spread del 2011).

matteo salvini gatto

In poche parole votare nel 2020 significa levare Salvini da possibili imbarazzi (responsabilità della crisi di governo e Legge di Bilancio) e regalargli le armi propagandistiche che nell’Italia dei tonti hanno sempre fortuna (voto rubato agli italiani e diktat di Bruxelles che rovinano l’economia). Per capirci si tratta della stessa propaganda usata contro il governo Monti, e chi fu abbastanza scaltro e in malafede da restare fuori da quel governo? La Lega ovviamente, seguita da Forza Italia che se ne tirò fuori un anno dopo per poi gridare al colpo di stato contro Berlusconi. In pratica Lega e Forza Italia riuscirono a non pagare un prezzo per i disastri fatti dal loro governo. Certo, come ho già accennato, potrebbe anche essere che Salvini semplicemente abbia sbagliato i tempi e che sia così pazzo da volere fare la prossima Legge di Bilancio, ma la trappola esisterebbe comunque perché è nelle cose, e un politico abile e senza scrupoli sfrutta tutte le possibilità che gli avversari gli concedono. E pare proprio che questo favore i suoi avversari glielo vogliano fare, il M5S per primo. Ovviamente quelli del M5S si venderebbero la mamma per votare il più tardi possibile. Innanzitutto perderebbero almeno metà dei seggi e molti leader diventerebbero disoccupati perché hanno già fatto due mandati (hanno bisogno di tempo per far digerire l’introduzione del terzo mandato ai propri elettori). Inoltre devono fare dimenticare di essere stati alleati con Salvini e fingere di avere idee diverse da lui. In realtà hanno idee molto simili, sono il partito dei corporativismi e della spesa in deficit quanto la Lega (e quanto il PD e tutti gli altri ovviamente).

di maio fine

Di Maio fino a pochi giorni fa si vantava di avere inserito il sequestro immediato delle navi nel decreto sicurezza bis e ha inventato lui la fortunata espressione dei taxi del mare, sono amici della Russia come la Lega e anti europeisti (ma negli ultimi mesi con molto meno coraggio). Inoltre sono affascinati dal protezionismo (quel protezionismo che grazie a Trump sta affossando l’economia mondiale), hanno attaccato Macron e la Merkel con toni ancora più duri dei leghisti e sono nemici giurati della globalizzazione e sostenitori delle microimprese “del territorio” che sarebbero la forza dell’Italia (è esattamente il contrario in realtà). Persino sui vaccini hanno fatto insieme l’occhiolino alla marmaglia novax e sui fatti di Bibbiano si sono mossi all’unisono perché mirano alle stesse corde emotive. Bene, questo partito, dopo averci fracassato i c… le scatole con la storia presidente “non eletto” (Renzi) e con la necessità di dare sempre la parola agli elettori, compie l’ennesima giravolta e si schiera per il non voto. Lo fa attraverso un articolo apparso sul blog di Beppe Grillo e con Di Maio che martella i suoi elettori con la riduzione del numero dei parlamentari. Ovviamente si scorda di dire che questo implicherebbe un rinvio delle elezioni, ma la sua disonestà intellettuale credo sia ormai nota. Il PD è invece una bestia strana. Eravamo abituati a considerare Renzi come l’avversario giurato del M5S e Zingaretti come il rappresentante dell’ala possibilista. In questi giorni le parti paiono essersi rovesciate.

ministri renziani m5s

Perché Renzi ha cambiato idea? Per pure questioni di potere ovviamente, Renzi ha ancora un certo controllo sui parlamentari (le liste per le elezioni politiche del 2018 le stilò lui), mentre Zingaretti controlla gli organi del partito. È ovvio che Renzi non voglia perdere il residuo potere che gli rimane e che cerchi di tornare in qualche modo protagonista per preparare una sempre più probabile scissione. Zingaretti invece vede la possibilità di scrollarsi di dosso il rivale in modo definitivo e preferirebbe un’alleanza post elettorale con parlamentari scelti da lui. Tuttavia sui giornali compaiono anche indiscrezioni secondo le quali Zingaretti starebbe lavorando sotto traccia per un governo di legislatura che rimandi il voto al 2023 (lo so è difficile stare dietro alla politica italiana). In ogni caso sono sempre stati tanti a sinistra quelli che hanno guardato ai grillini come ai “compagni che sbagliano” da perdonare. Comunque andrà a finire la cosa che più mi dispiace è che questo governo sia durato troppo poco per avere una funzione didattica, cioè per fare capire agli italiani che certe politiche economiche e certe scorciatoie sono deleterie. L’attenzione ormai si è spostata sul pericolo destra-fascista da contrastare, non sui provvedimenti economici disastrosi che Salvini e Di Maio hanno portato avanti insieme. Questi provvedimenti sono sempre gli stessi e verranno quindi replicati in modo più morbido e con toni più concilianti verso i partner europei. Di riforme serie in Italia si continuerà a non parlare. Ma è questa immutabilità della politica italiana degli ultimi decenni che ci condanna al declino e preparerà il terreno ad altri Grillo e ad altri Salvini in futuro. Tornando al presente io sono convinto che un governicchio improvvisato e privo di idee non potrà che avvantaggiare Salvini salvandolo dalla scomoda posizione in cui si è messo. Se questo succederà non sarà perché Dio ama Salvini e i suoi rosari, ma perché (parafrasando la scena di un famoso film) Dio odia gli imbecilli*. Rimane un aspetto che mi limito ad accennare: molti temono che Salvini stia preparando una svolta autoritaria alla Orban (i paragoni con Mussolini mi paiono francamente fuori luogo). Bene, che ci provi se gli italiani gli daranno il voto, perché in un paese sempre più prostrato, sfiduciato e confuso, più tardi avverrà questo tentativo più possibilità avrà di riuscire.

*Per i non appassionati di Sergio Leone il link alla scena del film.

Leggi sull’argomento: Salvini: al voto con Berlusconi

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