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Totopremier: le tre strade per un nuovo governo

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-12-08

Da oggi il Quirinale comincia le consultazioni. Si allontana l’ipotesi del voto anticipato e si fanno largo tre strade per un nuovo governo che Sergio Mattarella dovrà vagliare. Ovvero: un reincarico a Renzi, un governo di responsabilità nazionale (con il coinvolgimento di tutti i partiti) o uno istituzionale. Vediamo nomi e ipotesi

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Da oggi il Quirinale comincia le consultazioni che termineranno sabato. Si allontana l’ipotesi del voto anticipato e si fanno largo tre strade per un nuovo governo che Sergio Mattarella dovrà vagliare. Ovvero: un reincarico a Renzi, un governo di responsabilità nazionale (con il coinvolgimento di tutti i partiti) o uno istituzionale.

Le tre strade per un nuovo governo

La prima ipotesi è quella del reincarico a Matteo Renzi. Un’idea alla quale sarebbero favorevoli tutti tranne il diretto interessato. Perché Renzi ha ovviamente capito che rimanere in sella da premier dimissionario lo metterebbe nella difficile condizione di essere il bersaglio perfetto di tutti, per primi di chi griderebbe al golpe. E non per ultimi per la minoranza interna del partito. Ma l’ipotesi avrebbe un vantaggio interessante per Renzi: permetterebbe di portare il più velocemente possibile il paese alle elezioni anticipate da una parte, e d’altro canto permetterebbe ai fedelissimi di non smobilitare da Palazzo Chigi. Per questo tra di loro c’è chi spinge per questa ipotesi. I contro però sembrano ancora maggiori dei pro, come si legge nel pezzo di Maria Teresa Meli sul Corriere:

C’è un unico modo per andare speditamente alle urne. Con Renzi stesso. Il segretario lo sa bene: «Certo, se rimanessi io si potrebbe arrivare a votare anche a marzo. Ma figuriamoci se Salvini o i 5 Stelle, che vogliono le elezioni anticipate, dicono che devo restare io». E poi c’è un altro problema. Che riguarda direttamente Renzi: «Se io accettassi un’ipotesi del genere perderei la faccia e tutti direbbero che ho fatto la manfrina». «Mi pare che abbiamo stabilito un buon percorso. La partita ora è nelle mani di quelli del fronte del No, devono essere loro a dire che cosa vogliono fare»: in serata, dopo la direzione e l’incontro con Mattarella, Renzi appare più rilassato.
Non sembra nemmeno troppo preoccupato dell’operazione che Dario Franceschini, soprannominato Tarzan da quelli del Pd, per la facilità con cui salta di corrente in corrente, e Andrea Orlando stanno conducendo in queste ore. L’obiettivo? Duplice. Il primo presiederebbe il nuovo governo, il secondo contenderebbe a Renzi la segreteria. Confidava l’altro giorno ad alcuni parlamentari del Pd Franco Marini: «Già un mese fa Dario mi ha detto che se fosse andato male il referendum era pronto un accordo per fare un nuovo governo». Con il sostegno (mascherato) di Berlusconi, sospettano i renziani.

Anche Goffredo De Marchis su Repubblica spiega che il premier sta giocando una partita tattica: “In realtà sta giocando una partita difficile e inedita per lui. Il rilancio sulle elezioni, l’asse con Orfini e Martina gli sono servite più che a sfidare il Quirinale a stoppare le ambizioni di Franceschini. E valutare le condizioni per l’accettazione di un reincarico. Detto questo, sulla possibilità di un accordo continua a nutrire dei dubbi: «Dobbiamo fare esprimere Lega e Forza Italia. Mi dicano se vogliono votare subito. O se fanno nascere un altro governo ma senza spararci addosso ogni giorno»”.

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Il totopremier de La Stampa (8 dicembre 2016)

Il governo di responsabilità nazionale e quello istituzionale

Se Renzi non dovesse convincersi il programma di Mattarella è di provare a proporre agli altri partiti un governo di responsabilità nazionale: ovvero un esecutivo con un premier che rappresenti la maggior parte delle forze politiche in campo, delle quali potrebbe guadagnarsi la fiducia in parlamento. Un governo con questi requisiti però intanto necessita di una figura ben precisa, difficile da individuare: Romano Prodi o Giuliano Amato, ad esempio, che vengono citati nel totopremier dalla Stampa, troverebbero l’opposizione irriducibile rispettivamente di Forza Italia & Lega o del MoVimento 5 Stelle. Una strada del genere però porterebbe giocoforza a un esecutivo con un programma per durare fino alla fine della legislatura per il 2018. Ma a quel punto sarebbe Renzi a non starci, oppure a fare buon viso a cattivo gioco per poi trovare un metodo per farlo cadere.


L’ipotesi di governo istituzionale invece potrebbe far scendere in campo una personalità come Piero Grasso, più adatto sicuramente di Laura Boldrini a gestire una situazione del genere. Ma anche qui ci sono molti contro: non ultimo il fatto che sarebbe difficile trovare i voti in Senato per tenere in piedi questo governo anche se Grasso può contare sulla non-ostilità del M5S in partenza. Perché anche qui sarebbe complicato durare più di qualche mese. Anche se almeno Renzi avrebbe le mani libere. Il che è quello che l’ex premier vuole per provare di nuovo la scalata a Palazzo Chigi. Stavolta attraverso la vittoria alle elezioni.

Leggi sull’argomento: Il popolo (dei sondaggi) vuole ancora Matteo Renzi

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