Opinioni
Toninelli, il ponte e il Bull Riding
di Elio Truzzolillo
Pubblicato il 2018-09-22
(Articolo ad alto contenuto di satira) Deve essere difficile per il ministro Toninelli parlare a braccio, la sua leggendaria difficoltà a mantenere la concentrazione rende ogni intervista un’incognita. Ci piace fare riferimento all’epica del rodeo e del Bull Riding in particolare. Immaginiamo un giovane cow boy a cavalcioni su un toro di 7/8 quintali. Il cow […]
(Articolo ad alto contenuto di satira)
Deve essere difficile per il ministro Toninelli parlare a braccio, la sua leggendaria difficoltà a mantenere la concentrazione rende ogni intervista un’incognita. Ci piace fare riferimento all’epica del rodeo e del Bull Riding in particolare. Immaginiamo un giovane cow boy a cavalcioni su un toro di 7/8 quintali. Il cow boy si concentra, respira profondamente per incamerare più ossigeno possibile, muove il collo e le spalle per “scaldare” la muscolatura che sarà oggetto di tremende sollecitazioni, la mascella si serra, la mano stringe la corda, l’unica cosa che potrà tenerlo incollato all’animale, poi la gabbia si apre e cominciano gli interminabili 8 secondi. Il ministro Toninelli fa un po’ la stessa cosa, si concentra, si concentra al massimo e poi affronta i giornalisti. Un perfetto esempio lo abbiamo in questo spezzone di intervista del 20 settembre a Genova (link sotto). Al minuto 0:36 comincia a parlare del decreto del governo, qualche espressione discutibile (come il timbro dello stato sul ponte) ma il discorso scorre bene. Lo sguardo è vivace e il piglio è deciso. Poi descrive i poteri del futuro commissario, la concatenazione logica di ogni frase è rispettata, la padronanza del linguaggio è sufficiente. Quindi, continuando l’intervista, afferma: “L’obiettivo non è solo quello di rifare bene e velocemente il ponte Morandi…”.
E poi… e poi al minuto 1:05 la concentrazione viene improvvisamente meno. Forse un rumore di fondo che lo infastidisce, forse un raggio di luce negli occhi che lo confonde, forse il malfunzionamento di un neurone che da solo si era fatto carico dello sforzo di dare un senso logico al discorso. Difficile identificare una causa. Sta di fatto che, come un cowboy sbilanciato che non riesce a ritrovare l’equilibrio, il ministro frana inesorabilmente verso concetti privi di senso: “… ma di renderlo un luogo vivibile, un luogo di incontro in cui le persone si ritrovano. In cui le persone possono vivere, possono giocare, possono mangiare”. Ma che razza di ponte ha in mente Toninelli? Un ponte che comprenda degli appartamenti, un autogrill e un parco giochi a quanto pare. A questo punto perché non fare sul ponte anche una struttura per indagare sulla natura delle particelle sub atomiche? Probabilmente lo scaltro Toninelli è al corrente che a qualche centinaio di chilometri da Genova sorgono i Laboratori dell’Istituto Nazionale di Fisica (nelle viscere del Gran Sasso) e l’acceleratore di particelle situato presso il CERN di Ginevra. No, non sono necessarie altre strutture del genere sul futuro ponte, sarebbe troppo anche per il poco concentrato Toninelli. L’intervista continua e il ministro si rialza fieramente, ma ormai il danno è fatto, il toro ha vinto.