La condanna al Fatto per diffamazione di Tiziano Renzi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-22

Il direttore Marco Travaglio, la società editrice e una giornalista sono stati condannati a risarcire 95mila euro

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Tiziano Renzi ha vinto la causa civile per diffamazione intentata nei confronti del Fatto Quotidiano. A dirlo è Matteo Renzi sulla sua pagina Facebook, dalla quale scopriamo che l’editore del Fatto Quotidiano, il suo direttore Marco Travaglio e una giornalista (evidentemente l’autrice dell’articolo “incriminato”) sono stati condannati a risarcire la somma di 95mila euro.

La condanna del Fatto per diffamazione di Tiziano Renzi

Tiziano Renzi aveva chiesto un totale di 300mila euro di risarcimento. La richiesta di risarcimento danni si riferiva ai molti articoli dedicati dal Fatto alla vicenda Chil Post e Mail Service SRL e a quella di The Mall: già all’epoca si parlò di complotto. Il quotidiano spiega che i due cronisti del Fatto, Gaia Scacciavillani e Giulio Cardone scoprivano il ruolo di Tiziano Renzi nella costruzione degli outlet The Mall a Reggello, poche curve da Rignano. La vicenda è stata poi oggetto di inchieste dei magistrati e i genitori di Renzi sono stati rinviati a giudizio per fatture false insieme al loro socio Luigi Dagostino (il processo inizierà il 4 marzo 2019). La causa civile invece è già approdata a sentenza di primo grado. Riguardava quattro articoli e due editoriali. Gli articoli erano inerenti la vicenda The Mall e il giudice Schiaretti certifica che ciascuno di essi “non contiene informazioni lesive”o“non appare in alcun modo diffamatorio”. Di uno, invece, stabilisce che è diffamatorio il titolo (“Banca Etruria, papà Renzi e Rosi. La coop degli affari adesso è nel mirino dei pm”) e per questo condanna la collega: 30 mila euro.Altrettanti per ciascuno dei due editoriali di Travaglio. Il primo è del 24.12.2015 dal titolo “I babboccioni”. Lì, salutando i lettori per le vacanze di Natale, Travaglio scatta la foto dell’anno sui genitori del Giglio magico: Boschi senior su Etruria, Lotti sul mutuo e Renzi sull’indagine a Genova. Il giudice ha condannato il direttore per aver scritto “Tiziano fa bancarotta”. Era indagato a Genova per bancarotta fraudolenta della sua società fallita. Il secondo è del 16.1.2016, nel pieno delle inchieste su Etruria, Boschi, Carboni e Mureddu. La condanna? Per aver scritto che Mureddu fece “affarucci” con Tiziano “senza spiegare quali fossero tali affarucci”. “Oggi è arrivata la prima decisione su una (lunga) serie di azioni civili intentate da mio padre, Tiziano Renzi, nei confronti di Marco Travaglio e del Fatto Quotidiano. La prima di oggi vede la condanna del direttore Travaglio, di una sua giornalista e della società editoriale per una cifra di 95.000 euro (Novantacinquemila)“, ha scritto Renzi.

tiziano renzi causa marco travaglio

Il GIP di Genova ha archiviato nel 2016 l’indagine per bancarotta fraudolenta nei confronti di Tiziano Renzi e Laura Bovoli per la vicenda della Chil Post. Travaglio era stato querelato anche dal figlio di Tiziano per i suoi commenti sulla vicenda Consip.

Tiziano Renzi e le accuse al Fatto Quotidiano

Le accuse di Tiziano Renzi al Fatto Quotidiano erano state raccontate da Marco Travaglio in un editoriale sul suo giornale qualche tempo fa:

La causa T. contro T. sarà però interessante: oltreché su alcuni articoli del nostro giornale e del nostro sito, verterà sui “messaggi subliminali” e le “foto maliziose” contestati dall’“attore”(che poi è sempre T. nel senso di Tiziano). Messaggi subliminali volti a far credere che il nostro eroe, “agente di commercio”, non faccia affari anche grazie al cognome che porta, ma solo perché è sempre stato un genio del business, una versione vernacola di The Wolf of Wall Street, dotato –lo dice lui –di “una straordinaria capacità professionale ed una vulcanica energia intellettiva”.

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E non da oggi, ma da quando “l’attuale premier non era neppure nato”.Ergo va risarcito per i “danni patrimoniali e non” subiti per le cose(vere)scritte dal Fatto, con una somma “non inferiore a 250 mila euro” (non si sa se al mese o all’anno o una tantum), considerando anche “il patema d’animo sofferto in relazione al contesto sociale” eccetera.

EDIT ore 16,47: Il Fatto Quotidiano precisa nella sua versione online che il padre dell’ex premier, a leggere la sentenza del giudice Lucia Schiaretti, è stato diffamato da due commenti del direttore Marco Travaglio (60mila euro) e da un titolo di un articolo pubblicato dal Fatto Quotidiano e da ilfattoquotidiano.it agli inizi di gennaio 2016.

Nella richiesta di risarcimento danni per 300mila euro, infatti, Tiziano Renzi aveva definito le nostre inchieste giornalistiche una campagna di stampa contro di lui. Secondo la sentenza, però, i fatti riportati sono veri e di interesse pubblico, quindi non diffamatori. Gli interessi, i legami imprenditoriali e i movimenti di Tiziano Renzi nel mondo degli outlet del lusso erano e restano un fatto conclamato.

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