The Italian Lockdown – Cronache da un Paese in Quarantena: 9. Rolo & Helga

di Lorenzo Favella

Pubblicato il 2020-03-20

Giovedì, 19 marzo 2020. Prima che arrivasse il virus, mi ero via via allontanato dai social. Facebook, in particolare, che poi è l’unico al quale sono iscritto. Si perde un sacco di tempo, circolano una marea di cazzate di dubbia provenienza, fake news a go-go, e superato il divertimento iniziale o la curiosità di rintracciare …

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Giovedì, 19 marzo 2020.

Prima che arrivasse il virus, mi ero via via allontanato dai social. Facebook, in particolare, che poi è l’unico al quale sono iscritto.
Si perde un sacco di tempo, circolano una marea di cazzate di dubbia provenienza, fake news a go-go, e superato il divertimento iniziale o la curiosità di rintracciare qualche amico lontano, ecco che non ha poi molto senso.

Una cosa che mi infastidiva, soprattutto, è la logica dei like. Ogni possibile dialettica si spegne. Se contraddici qualcuno, è probabile che questo si arrabbi e ti inviti a commentare altrove. Se non metti il like, sei fuori. Appari scorbutico o asociale, e magari finisce pure che qualcuno ti toglie il saluto, quando basterebbe una risata per smorzare il tutto. Certo, ci sono le faccine per questo, ma a volte non bastano nemmeno quelle.

Molti, poi, diventano addicted, veri e propri junkies da social, che provano a mascherare la propria solitudine cercando di comparire il più possibile, sfornando post uno dopo l’altro.
Ho amici, per così dire, che gli amici di facebook in maggioranza non sono mai tali, di cui potrei indovinare gli orari di lavoro. La notte dormono, poi si svegliano, iniziano a postare, quindi vanno in ufficio, sospendono l’attività social per le ore necessarie a svolgere il proprio compito, magari limitandosi a qualche breve riposta col cellulare, e quindi ricominciano, una volta a casa.
A volte mi chiedo che vita facciano, veramente.

coronavirus messaggio whatsapp

Whatsapp è un’altra trappola. C’è gente che ormai lo usa per comunicare, via messaggi scritti o parlati, senza rendersi più conto che il caro vecchio telefono era un modo assai migliore per dialogare, quando non lo si può fare faccia a faccia, magari davanti a un buon bicchiere. Che poi, anche quando ti ritrovi davanti a quel bicchiere, ecco che ci sono alcuni che proprio non resistono e alla prima vibrazione devono andare a controllare chi ha risposto o messo un nuovo like, e via così, mentre la vita scorre altrove.

Tutto è cambiato, da quando l’uomo dal lungo naso, che per ignote ragioni risiede a Palazzo Chigi, ha messo l’intero Paese in quarantena. Ormai, non siamo più i soli. Ci hanno seguito Francia e Spagna ed anche in Inghilterra hanno preso a dire che sarebbe meglio “evitare” i pub, che poi significa che la faccenda sta diventando grave anche da quelle parti, anche se ancora non sono arrivati al lockdown.

L’altro giorno ho sentito Ian, da Newcastle, che mi chiedeva come stessero andando le cose qui. Ed ecco che whatsapp torna a rivelarsi utile, visto che puoi stare al telefono senza spendere un soldo e sapere in tempo reale come vanno le cose a migliaia di chilometri di distanza. E anche Facebook, devo ammetterlo, è tornato a farmi compagnia in queste lunghe giornate.

Oggi, è stato il turno di Rolo McGinty che magari molti di voi non conosceranno. E’ stato ed è tuttora il cantante dei Woodentops, una band inglese che si è spenta dopo un pugno di dischi, ma che prometteva davvero bene ed era una delle mie preferite, verso la fine degli anni ottanta.
In realtà, pare che siano ancora attivi, visto che Rolo ha annunciato su Facebook che si è visto costretto a cancellare alcuni concerti.
Se non sapete l’Inglese, saltate pure questi passaggi e riprendete più sotto. Oltre Manica, questa è la lingua che si parla e mi piace citare questo scambio di messaggi, esattamente come si sono svolti, con gli inevitabili errori ortografici. E poi, nel caso, c’è sempre Google translate.

Rolo:
I’m so sorry if you are one of the advance ticket buyers to the Woodentops April shows. They have all had to be postponed for now. I’ll bottle the enthusiasm for when they are rescheduled. I was super looking forward to these dates but would hate for anybody to get infected because they had come to see us. I wish all people a safe passage through these next few months and hope the more vulnerable citizens are protected, now more is known about the way the virus moves. Lets look after each other through this.

Nessuno gli aveva ancora risposto, il messaggio doveva essere fresco fresco e non ho resistito.

Io:
Bittersweet, to see how things are happening over there, just like they did over here, in Italy. A few weeks ago, I was about to see a friend on stage, when it got cancelled. Now, we’re on total lockdown for the second week, and I’m really not sure when this is gonna end.

Rolo:
Its my life journey and total obsession to sing and play. Something like this, a pandemic, a plague, an asteroid, a war any thing like that puts your life into perspective like planet earth seen from the rings of Saturn. Smaller than small. No point even bothering to be disappointed really. Move the energy to being helpful to people that need it.

Io:
You’re right. Matter of fact, I try to do what I can do best. Which is writing. I’m publishing short chronicles about the lockdown, on a paper online. They come out every morning and I kind of sense the laughs and the smiles of people reading, while they’re having breakfast in the morning. I hope it helps them facing the day. It sure helps me, finding something worthwhile to do, to fill the hours. Unfortunately, it’s all in Italian, so… that can’t be of any help over there in the UK. But I’m sure some of my brit colleagues might be doing the same… Take care!

Dopo una manciata di minuti, è arrivato un suo like, un cuoricino che mi ha scaldato il cuore, che si vede di sti tempi basta davvero poco.
Il momento più bello della giornata, lo ammetto, anche perché mi ha spinto a frugare sulla library di I-Tunes, per alleviare con un po’ di musica quei momenti di cupezza che ogni tanto accompagnano le ore, quando magari avresti voglia di uscire anche solo per andare a prendere un gelato, che a Roma fa già caldo, soprattutto nel pomeriggio, quando il sole tramonta sul mio balcone.

Ho fatto partire quello che credo sia il disco migliore dei Woodentops, Giant, anche se pure i primi singoli non scherzano. Un disco che sembra fatto apposta per metterti di buon umore.

chat video whatsapp vigevano 1

Non ci è voluto molto perché i ricordi riaffiorassero, a quella volta che ero andato fino a Monaco di Baviera, per sentirli suonare dal vivo. Avevo pochi soldi in tasca, all’epoca, così mi ero fatto portare dal Drago all’autogrill di Campogalliano, da dove parte l’Autostrada del Brennero.
Non era la prima volta che mi affidavo al pollice steso. Su quel nastro d’asfalto, se iniziavi la mattina, eri certo di arrivare in Germania per la sera. Una volta, raggiunsi persino la Repubblica Ceca, per andare al festival del cinema di Karlovy Vary.

Riuscii ad arrivare in tempo per il concerto e fu lì che conobbi Helga. Una ragazza tedesca che mi ospitò a casa sua, quella sera. E le sere successive, fino a quando non dovetti tornare a casa.

Per alcuni anni, ci siamo frequentati, ma alla lunga diventò difficile vivere una storia d’amore, così lontani. Lei, soprattutto, risentiva della distanza. Una volta, prese a piangere a dirotto, mentre mi accompagnava in aeroporto. Sì, perché nel frattempo avevo iniziato a lavorare a Roma e un volo potevo anche permettermelo, di tanto in tanto. Ma anche così, era uno strazio.
Quanto vorrei stringerla ora e dirle che non ho mai più amato nessuna, come lei. Che mi manca ancora e che forse ho davvero sbagliato tutto, che avrei dovuto insistere per trovare una soluzione per entrambi, che poi lei amava l’Italia e sarebbe anche stata pronta a trasferirsi, cercare un lavoro qui, ma io avevo esitato.
E lei se n’era accorta. E infatti a Roma non era venuta più.

Sono preda dei ricordi e di tutti gli errori commessi, quando ancora si poteva vivere e tutta la libertà di cui disponevamo portava anche a sbagliare. Non riesco a pensare al futuro. Non presagisco nulla all’orizzonte.

Quanto vorrei sentire anche solo per un attimo la voce di Helga, ora. Oppure scambiarci un messaggio, anche solo su whatsapp. Purtroppo non ho più il suo numero. E così provo ancora una volta a cercarla su Facebook, ma già so che non la troverò.
Non si è mai iscritta.

Sbircio tra i vari post e c’è uno che ha scritto “UCCIDETEMI”. Le risposte variano a metà tra il serio e il faceto. La voglia di scherzare diminuisce a vista d’occhio, ma il tipo fa eccezione. E nel rispondere ai messaggi, ha preso a scrivere in arabo. Della serie: Allah Akbar, mi faccio saltare per aria e raggiungerò un paradiso fatto di vergini compiacenti.
Divertente, a modo suo.

Poi, senza che me ne fossi nemmeno accorto, vedo la notifica di una richiesta di amicizia.
Viene da Helga.

 

foto copertina Wikipedia

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