Tavecchio contro ebrei e gay

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2015-11-01

Le frasi registrate a giugno durante un colloquio con Giacomini di Soccerlife: «Quello è un ebreaccio. Io non ho niente contro gli ebrei, ma meglio tenerli a bada». «Ma è vero che è omosessuale? Non ho nulla contro, ma io sono normalissimo»

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Anche stavolta il presidente della Federcalcio Carlo Tavecchio riuscirà a far finta di niente? Sul sito del Corriere della Sera sono state pubblicate una serie di affermazione del signore di Optì Poba, stavolta contro ebrei e omosessuali, registrate in un colloquio con il direttore settimanale Soccerlife Massimiliano Giacomini. Uno dei bersagli delle esternazioni è Cesare Anticoli, che vendette nel 2008 un piano di un palazzo di Piazzale Flaminio 9 alla LND, presieduta da lui stesso. Tavecchio prima lo chiama «ebreaccio», poi si giustifica con il classico «non ho niente contro gli ebrei» e infine, sollecitato dall’interlocutore, conclude, citando a sproposito lo scrittore Umberto Eco (che nei suoi scritti intendeva esattamente il contrario) che gli ebrei, si sa, «è meglio tenerli a bada».

Tavecchio contro ebrei e gay

Poco dopo, durante lo stesso colloquio, il successore di Giancarlo Abete sulla poltrona più importante della Figc, parlando di un ex dirigente della commissione antidoping, si lascia andare così: «Ma è vero che è omosessuale? Io non ho nulla contro, però teneteli lontani da me. Io sono normalissimo». Interpellato dal Corriere sulle affermazioni dell’audio, Tavecchio ha spiegato: «Sono vittima di un ricatto. Ho incontrato una persona che conosco da tempo, alla quale non ho concesso, come invece chiedeva, finanziamenti per la sua attività editoriale e la possibilità di utilizzare la Federazione come veicolo per ottenere contributi europei. Ho ottimi rapporti con la Comunità ebraica, non solo di natura sportiva, e ho sostenuto la posizione di Israele nell’ultimo Congresso della Fifa. Ogni tentativo di screditarmi e calunniarmi attraverso metodi illeciti, che rispondono a metodologie oggi purtroppo assai diffuse, sarà perseguito nelle sedi opportune»

Soccerlife è la rivista che aveva “scoperto” le frasi di Felice Belloli contro le lesbiche(«Basta dare soldi a queste quattro lesbiche»), presidente della Lega Nazionale Dilettanti, pubblicata sul verbale della riunione della Lega del marzo scorso. Spiegava all’epoca Soccerlife:

Il Verbale di riunione del Consiglio è stato firmato dal vice presidente vicario Antonio Cosentino che ha la delega al Calcio Femminile e solo in un secondo momento, quando si è accorto delle frasi riportate sul verbale stesso, ha deciso di portare lui personalmente il documento alla Procura Federale. In pratica è come se una moglie denunciasse il proprio marito. Si dice anche che Cosentino abbia recapitato insieme al verbale una lettera dove affermava di non essere presente al momento delle dichiarazioni offensive rese da Belloli, ma più di qualcuno, presente al Consiglio, smentisce il vice presidente.
Il Verbale, in mano alla Procura, va ad allargare il faldone dedicato a Belloli che si è visto chiamare in causa da due dipendenti, a cui non è stato rinnovato il contratto, che hanno mosso accuse pesantissime nei suoi confronti e del caso del Torneo delle Regioni che ha sancito la spaccatura con Giuseppe Baretti, presidente del Comitato Regionale Lombardia, visto che l’accordo tra Belloli e l’agenzia svizzera-italiana Hotel Yo era stato sancito solo una settimana prima della sua elezione a numero uno della Lega Dilettanti.

La frase nel verbale

 

L’intervista a Massimiliano Giacomini di Soccerlife

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