Economia
I tagli alla sanità per 1,5 miliardi
neXtQuotidiano 15/09/2016
Sarebbe di 1,5 miliardi il computo complessivo dei “risparmi” che il governo con la prossima Legge di Stabilità chiederà al ministero guidato da Beatrice Lorenzin. Che intanto pensa a una minitassa sulle sigarette per coprire i costi dei farmaci antitumorali
Tagli alla sanità in arrivo. Sarebbe di 1,5 miliardi il computo complessivo dei “risparmi” che il governo con la prossima Legge di Stabilità chiederà al ministero guidato da Beatrice Lorenzin. Pier Carlo Padoan, scrive oggi Repubblica, vuole rispettare le indicazioni di Bruxelles e ha accantonato l’idea di forzare il rapporto deficit-Pil senza riduzioni sensibili.
I tagli alla sanità per 1,5 miliardi
Spiega il quotidiano che l’intenzione del governo è quella di ridurre le ambizioni di spesa per bonus e altre misure per superare l’esame della Commissione: in base a questa linea le conclusione del governo è che il deficit-PIL supererà l’1,8% per arrivare a poco più del 2%:
La linea di difesa approntata da Via Venti Settembre resta comunque il deficit strutturale, quello che tiene conto della cattiva congiuntura, con l’obiettivo di mantenere un miglioramento di almeno lo 0,1 per cento del Pil senza mollare sul pareggio di bilancio al 2019. Per fare questa operazione bisogna tagliare e la novità dell’ultima ora è che Palazzo Chigi ha deciso di chiedere alla ministra Beatrice Lorenzin, che nei giorni scorsi aveva già fatto un fuoco di sbarramento, 1-1,7 miliardi di sacrifici. In pratica il Fondo sanitario nazionale, oggi a quota 111 miliardi, rimarrebbe sostanzialmente stabile senza salire ai 113 miliardi previsti dall’ultimo Def quota che le Regioni avevano già reclamato lo scorso anno in attuazione delle precedenti intese. La posizione di Palazzo Chigi è che la sanità rappresenta circa il 25 per cento della spesa centrale dello Stato (cioè 420 miliardi al netto dei trasferimenti e degli intessi) e che non può rimanere fuori dalla spending review.
Naturalmente il fronte delle Regioni è pronto alla reazione, dopo il tentativo subito lo scorso anno di ridimensionare esami e accertamenti, e potrebbe ostacolare il via libera all’arrivo delle previste nuove prestazioni sanitarie aggiuntive (i Lea). Per addolcire il taglio la ministra Lorenzin chiede di mettere in campo una sorta di “compensazione” cui il Tesoro non si opporrebbe: una tassa di un centesimo a sigaretta per oltre 700 milioni che dovrebbe servire a recuperare i fondi per l’acquisto da parte del servizio sanitario dei costosi farmaci anti-tumorali.
Una minitassa sulle sigarette
Beatrice Lorenzin intanto pensa a una nuova tassa di un cent sulle sigarette per fare fronte alla spesa farmaceutica per gli antitumorali, stimata in aumento. Con un cent in più si raccoglierebbero 700 milioni di euro, ovvero più o meno la cifra necessaria per coprire gli aumenti.