La storia delle 81 studentesse afghane della Sapienza rimaste bloccate a Kabul

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-08-29

Il prorettore agli affari internazionali della Sapienza Bruno Botta teme ritorsioni nei confronti delle 81 studentesse che, per colpa dell’attentato di tre giorni fa, non sono state evacuate con i mezzi dell’aeronautica militare italiana

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I loro nomi erano sulla lista del ministero della Difesa per essere trasferite in Italia. A causa dell’attentato di tre giorni fa all’aeroporto di Kabul, però, non sono riuscite a salire a bordo dei mezzi italiani e la loro evacuazione dall’Afghanistan è saltata.

Resteranno lì quindi le 81 studentesse che a breve avrebbero dovuto iniziare i corsi alla Sapienza di Roma. In tutto 90 persone: con loro infatti sono rimasti a terra anche alcuni bambini. Lo ha spiegato al giornale radio Rai il prorettore agli affari internazionali della Sapienza Bruno Botta: “Dopo l’esplosione le cose si sono complicate, siamo in contatto con l’unità di crisi della Farnesina che sta facendo tutto il possibile per aiutarci e ha detto che non lascerà soli gli studenti della Sapienza. La preoccupazione maggiore è per le studentesse andate da Herat fino a Kabul per imbarcarsi e che, se dovessero tornare indietro, rischiano rappresaglie”.

La speranza ora è che il gruppo possa viaggiare su voli di altri Stati, se e quando ce ne saranno. Oggi c’è stata un ulteriore accelerazione da parte di esponenti del governo italiano. La Farnesina ha contattato Botta per stabilire una strategia per portare le studentesse in Italia. Ieri è infatti decollato da Kabul con a bordo 58 cittadini afghani l’ultimo C 130 J dell’Aeronautica militare italiana. In totale sono state evacuate 5.011 persone di cui 4.890 cittadini afghani, tra di loro 1.301 donne e 1.453 bambini.

“Le Forze Armate italiane, con questa operazione molto delicata e complessa sin dalle fasi iniziali, hanno svolto un eccezionale lavoro garantendo il ponte aereo che, dopo l’aggravarsi della crisi politico e sociale in Afghanistan, ha portato in Italia un numero di persone ben oltre superiore a quello previsto inizialmente”, ha commentato il Ministro della Difesa Lorenzo Guerini. “All’operato silenzioso e costante dei nostri militari – ha aggiunto – va il plauso e la gratitudine di tutta l’Italia. Professionalità, sacrificio e una straordinaria umanità che sono riconosciuti da tutti”.

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