Giuseppe Conte annuncia la proroga dello stato di emergenza fino al 15 ottobre

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-28

Secondo l’agenzia di stampa ANSA è questa l’ipotesi, come hanno fatto sapere fonti di governo, sul quale si è concluso il Consiglio dei ministri di questa mattina. La Rai trasmetterà in diretta dal Senato della Repubblica  oggi martedì 28 luglio alle 18.30 su Rai2 le comunicazioni del Presidente del Consiglio

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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte oggi pomeriggio andrà in Parlamento per annunciare la proroga dello stato di emergenza  fino al 15 ottobre. Secondo l’agenzia di stampa ANSA è questa l’ipotesi, come hanno fatto sapere fonti di governo, sul quale si è concluso il Consiglio dei ministri di questa mattina.

Giuseppe Conte annuncia oggi la proroga dello stato di emergenza  fino al 15 ottobre

La riunione non ha adottato alcuna delibera sullo stato di emergenza ma ha confermato l’orientamento emerso nel corso dell’ultima riunione dei capidelegazione con Conte: quello di prorogare lo stato di emergenza di ulteriori tre mesi rispetto alla scadenza del 31 luglio. L’agenzia di stampa ANSA scrive anche che la Rai trasmetterà in diretta dal Senato della Repubblica  oggi martedì 28 luglio alle 18.30 su Rai2 le comunicazioni del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sulle ulteriori iniziative per affrontare l’emergenza Covid-19. Sul sito del Senato però le comunicazioni di Conte sono programmate per le 16,30.

Al termine del dibattito parlamentare, la replica di Conte e le dichiarazioni di voto dei Gruppi sulla richiesta di proroga dello stato d’emergenza. La diretta è a cura di Rai Parlamento, la testata diretta da Antonio Preziosi, e sarà condotta da Annamaria Baccarelli. Disponibile anche la traduzione simultanea nella Lingua Italiana dei Segni. Sul sito della Camera le comunicazioni di Conte sullo stato di emergenza sono invece programmate per domattina alle 9,30:

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Lo stato di emergenza scade ufficialmente venerdì 31 luglio. Il Fatto Quotidiano spiegava stamattina che secondo fonti di governo per la dichiarazione dello stato di emergenza, “ci sono 101 motivi, al netto di una ripresa dell’epidemia sempre possibile, che consigliano una proroga breve ma necessaria”, dunque fino al 31 ottobre e non fino al 31 dicembre come era stato inizialmente ventilato.

Quali siano i motivi è presto detto. Innanzitutto la preoccupazione è quella di dare un segnale sbagliato con il rischio di un abbassamento del livello di attenzione e del rispetto delle norme di  precauzione fin qui richiesto alla popolazione. Per tacere poi della gestione concreta di  questa fase intermedia di convivenza con  il virus: allo stato di emergenza infatti sono collegati tutti i provvedimenti, dai protocolli di sicurezza sul lavoro allo smart working, alle norme sul distanziamento, passando per l’uso delle mascherine e il divieto di assembramenti.

È vero, tuttavia, che decreti legge ed eventuali Dpcm possono mantenerli in vigore anche senza lo stato d’emergenza. Questo vale anche per il divieto di licenziamenti per motivi economici, che scade il 17 agosto e può essere ripristinato, anche solo per alcuni settori. E vale, in generale, per le severe deroghe ai diritti fondamentali di riunione e circolzione, oltre che alla libertà d’impresa, imposte nei duri mesi del l ock do w n e che tutti, ovviamente, si augurano di non rivedere mai  più. Allo stesso modo il ministro della Salute manterrebbe comunque il potere di ordinanza  contingibile e urgente in materia sanitaria, come del resto i presidenti delle Regioni e i sindaci.

Quelli che verrebbero meno sono i poteri d’ordinanza del direttore della Protezione civile, Angelo Borrelli, indicato fin da gennaio come responsabile dell’emergenza in base alla legge che regola la Protezione civile stessa: ultimamente sono stati utilizzati per regolare l’attività degli uffici postali. Preoccupano anche le misure in corso di elaborazione per la riapertura delle scuole a settembre, ma soprattutto i poteri del commissario per l’emergenza Domenico Arcuri che nel marzo scorso affiancò Borrelli con ampi poteri di spesa in deroga alle normative generali. Allora serviva per gli ospedali, che dopo il 20 febbraio e il primo caso di Codogno (Lodi) fecero i conti con enormi carenze, dalle mascherine ai ventilatori per le terapia intensive.

Oggi Arcuri e il suo staff sono alle prese con i bandi per l’acquisto dei nuovi banchi scolastici, ma anche per i due milioni di kit sierologici necessari per i test sul personale scolastico. I bandi in corso al 31 luglio dovranno essere gestiti e ulteriori commesse potrebbero essere necessarie prima e dopo la riapertura degli istituti scolastici il 14 settembre.

La polemica sullo stato d’emergenza

Ieri durante il convegno al Senato a cui hanno partecipato anche Salvini e Bocelli, Sabino Cassese ha sostenuto che «la proroga dello stato di emergenza è inopportuna e illegittima». Il Corriere della Sera stamattina scriveva che sul voto la maggioranza non dovrebbe ricevere alcun aiuto esterno, mentre sullo scostamento di bilancio Forza Italia dovrebbe votare in appoggio al governo Conte. Per il costituzionalista e deputato dem, Stefano Ceccanti, è necessario che il governo assuma la decisione della proroga con decreto legge ossia con norma di rango primario e stabilendo limiti preventivi al proprio operato se si dovessero rendere necessarie nel caso di una nuova ondata di contagi: una serie di paletti e rassicurazioni anche sullo svolgimento delle elezioni regionali di settembre che dovrebbero sminare il campo dalle polemiche sui cosiddetti “superpoteri” di Giuseppe Conte.

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La Lega e Fratelli d’Italia nei giorni scorsi si sono apertamente schierati contro la proroga dello stato di emergenza. Addirittura Salvini ha detto che chi vuole prorogare lo stato di emergenza “è un nemico dell’Italia e degli italiani perché vuol dire ammazzare l’economia”. In realtà, come insegna la Svezia, dopo un primo trimestre praticamente salvo anche nel paese che ha rinunciato al lockdown l’economia nel secondo trimestre si contrarrà del 6%.

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