Opinioni
Gli Stati Generali
di Vincenzo Vespri
Pubblicato il 2020-06-18
L’altro ieri, mi ha telefonato un mio amico imprenditore a Brescia. Lavora nel settore automotive. Mi ha detto che il fatturato della sua azienda si è ridotto all ‘80% a Marzo, al 50% ad Aprile e al 40% a Maggio. Significativi segnali di ripresa non riesce a vedere. Proprio in quel momento la TV mandava […]
L’altro ieri, mi ha telefonato un mio amico imprenditore a Brescia. Lavora nel settore automotive. Mi ha detto che il fatturato della sua azienda si è ridotto all ‘80% a Marzo, al 50% ad Aprile e al 40% a Maggio. Significativi segnali di ripresa non riesce a vedere. Proprio in quel momento la TV mandava in onda la rappresentazione degli Stati Generali a Villa Doria Pamphilj mostrando i nostri leader governativi abbronzati, sorridenti e scherzosi. Incoscienti come Maria Antonietta che proponeva di dare le brioches al popolo?
Mi son guardato un po’ la storia degli Stati Generali del 1789. Il Re convocò i 3 ceti su cui si fondava la Francia di fine Settecento: Clero, Aristocrazia e Borghesia. L’ordine del giorno era di carattere economico, le finanze francesi erano disastrate. Vi era un ceto produttivo tartassato di tasse (la borghesia) e due ceti parassitari ed improduttivi (Clero ed Aristocrazia) che avevano tutto l’interesse a mantenere lo status quo e votavano sempre e di comune accordo contro le richieste della borghesia. Ci furono solo chiacchiere. Il Ministro delle Finanze, Necker propose di affrontare la drammatica situazione debitoria facendo altro debito. Nessuna proposta a medio-lungo termine, solo un atteggiamento passivo verso la crisi. Le sedute andarono avanti per giorni rimanendo assolutamente inconcludenti. Il Re Luigi XVI non comprese per nulla la difficoltà della situazione, e passava le sue giornate andando a caccia. A situazione divenne sempre più insostenibile. Come scrisse Chateaubriand “La Corte ora cedeva alle pressioni della borghesia ora voleva resistere, alternando testardaggine e debolezza, smargiasseria e paura”. Tipico atteggiamento di quando una forma di Governo avverte il rischio di poter perdere il potere. La Rivoluzione ebbe inizio di lì a qualche giorno e spazzò via tutto l’Ancien Régime.
Non so se Conte, scegliendo come nome di questa kermesse quello di Stati Generali, abbia scientemente fatto riferimento alla similitudine fra la Francia prerivoluzionaria e questa Italietta così vicina al diluvio (aprés moi le déluge…). Noi siamo in una posizione molto critica. L’unica differenza è che i nostri ceti sociali sono più di tre. Abbiamo una fascia radical chic la cui ricchezza si basa non sul loro lavoro (non hanno mai lavorato) ma sulla ricchezza accumulata dai loro avi. Per loro vale la fulminante battuta della Grande Bellezza: “Ma tu che lavoro fai?– Io? Io sono ricca.–Bellissimo lavoro “. Per mantenere i loro privilegi (tipo evitare la tassa di successione) hanno creato una santa alleanza buonista-progressista. Il consenso elettorale viene dalle fasce non produttive della popolazione (migranti, inoccupati, etc) che, sia tramite sussidi di vario genere, sia grazie alla tolleranza verso i lavoretti in nero e sia grazie alla coesione sociale garantita dalla malavita organizzata, riescono a sbarcare il salario. Un’altra stampella importante al consenso viene dal pubblico impiego. Qui è facile finire per essere qualunquisti anche perché il panorama è estremamente variegato ma sicuramente ci sono impiegati pubblici che vedono il lavoro statale come una sinecura a loro garantita grazie alla benevolenza di qualche forza politica. Ultima stampella è rappresentata dai pensionati, tutti preoccupati che un riequilibrio sistemico determini una riduzione dei loro emolumenti pensionistici. Questa massa di “mantenuti” grava (ormai in modo insostenibile) sulle forze produttive (imprenditori, professionisti, operai, la parte sana della pubblica amministrazione). Come risposta a questa situazione, durante gli Stati Generali, Gualtieri ha proposto di affrontare la crisi debitoria facendo nuovo debito (che pagherà nei prossimi anni la parte sana del paese) soprattutto per sostenere la parte improduttiva del Paese con interventi, ovviamente, a fondo perduto. Nessuna progettualità, nessun investimento a medio lungo periodo. Non mi sembra poi un discorso molto diverso da quello di Necker. Il Comitato Tecnico Scientifico presieduto da Colao si è adeguato allo standard gualtieriano. Colao ha prodotto un lungo documento pieno di buone intenzioni ma senza nessuna azione concreta sulle varie criticità del Paese. Inoltre il numero di notti insonni passate da questi esperti nel pensare ad ardite soluzioni per salvare il Paese può essere dedotto ad esempio, dal fatto che, per quanto riguarda, l’Università, il Comitato di Alti Esperti ha fatto un mero copia ed incolla di un vecchio documento, copiando perfino gli errori che quel documento aveva. Molto rassicurante,non c’è che dire….
Il Popolo Italiano sembra vagare senza una guida. Non c’è una credibie autorità morale. Il Papa, sempre pronto a dare consigli politici o suggerimenti ambientalisti new-age, è totalmente assente in questo momento difficile. Forse è reso invisibile dal silenzio dei media ma ci credo poco a questa possibilità. Il Presidente della Repubblica tace e lascia al Premier la sovraesposizione mediatica. Se fossimo in un paese normale, questo momento rappresenterebbe la quiete prima della tempesta. Ma, per fortuna, non siamo in un paese normale. Infatti anche l’opposizione tragicamente latita. La Sinistra si è tragicamente imborghesita. La base dei 5Stelle ormai è diventata perfino più filogovernativa del PD. FI sta seguendo il declino fisico del suo leader. Lega e FdI non riescono proprio a fare un’opposizione credibile. Le forze dell’opposizione extraparlamentare sono tragicamente rappresentate da no-vax, no-5G, no-Tav, no-inceneritori, complottisti, terrapiattisti e gilet arancioni del Generale Pappalardo che ha proposto ultimamente un ponte fra Mazara e Tunisi (Unica campata? Piloni di sostengo alti qualche centinaio di km?). Insomma se di Robespierre non se ne vedo uno manco per sbaglio, la crisi Italiana sfocerà in una tragedia per tante famiglie d’Italiani che a Settembre si troveranno senza lavoro…ma non potrà mai sfociare in una catarsi purificatrice come quella della Rivoluzione Francese. Considerando il paese, Conte doveva chiamare questa kermesse Masaniello days non Stati Generali. Ormai è dalla caduta dell’Impero Romano che non produciamo più santi, eroi, navigatori ma produciamo solo buffoni e cortigiani. Come diceva il Poeta: “Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie, ma bordello!”. Ecco questa è, purtroppo, la frase che più rappresenta l’Italia attuale.