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Il sondaggio sul governo Conte

neXtQuotidiano 15/07/2018

Mannheimer: grande consenso totale e fra i pensionati, ma i più giovani non lo apprezzano. Perché?

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Renato Mannheimer sul Giornale illustra oggi i risultati di un sondaggio di Eumetra sul gradimento del governo Conte nel pieno della luna di miele con l’elettorato, che di solito dura un centinaio di giorni. Il 55% degli intervistati, vale a dire la maggioranza, seppur non molto accentuata valuta in modo positivo l’operato del governo di queste prime settimane. In particolare, il 18% lo giudica «molto positivamente» e il 37%, un po’ più tiepido, «abbastanza positivamente». Ma a costoro si contrappone una cospicua minoranza, che raggiunge anch’essa quasi metà del campione (44%) e interpreta invece più criticamente ciò che il governo ha fatto sin qui. Con toni però piuttosto moderati, tanto che la gran parte di costoro (42%) si limita ad esprimere un giudizio «abbastanza» negativo e solo il 2% si dichiara «molto» critico nei confronti dell’esecutivo in carica. Naturalmente, le due fazioni opposte presentano significative differenze tra loro, sia per ciò che attiene all’orientamento politico delle loro componenti, sia, specialmente, per ciò che concerne la composizione socio-demografica.

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Il sondaggio sul governo Conte (Il Giornale, 15 luglio 2018)

Spiega infatti Mannheimer che sono più favorevoli nei confronti del governo le persone di età più avanzata, specie i pensionati, mentre tra i più giovani nei confronti dell’esecutivo Conte c’è scontento: il 56% dei giovani fino a 34 anni non è favorevole all’esecutivo e non ha un giudizio positivo nei confronti del suo operato. Secondo il sondaggista questo dipende dalla mancata, finora, realizzazione dei provvedimenti più attesi come il reddito di cittadinanza. Ma l’analisi pare strana, visto che è chiaro che sia il reddito di cittadinanza che la flat tax sono provvedimenti tecnicamente complicati per l’impiego e il reperimento delle risorse necessarie: come sarebbe possibile attuarli in breve tempo? Forse l’ostilità dei giovani fino a 34 anni allora è dovuta ad altro. E segnatamente dal fatto di essere cresciuti in scuole e società multietniche (molto più di quelle dei genitori e forse anche dei fratelli).

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