Opinioni

Sondaggi Fase 2: il 58% vuole la riapertura

di Mario Neri

Pubblicato il 2020-05-09

Nando Pagnoncelli illustra oggi sul Corriere della Sera i risultati di un sondaggio IPSOS che dice che il 58% degli italiani vuole la riapertura delle attività e la fine del lockdown causato dall’emergenza Coronavirus SARS-CoV-2 e COVID-19. Da un paio di settimane nel Paese prevalgono coloro che propendono per l’apertura di tutte le attività lavorative […]

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Nando Pagnoncelli illustra oggi sul Corriere della Sera i risultati di un sondaggio IPSOS che dice che il 58% degli italiani vuole la riapertura delle attività e la fine del lockdown causato dall’emergenza Coronavirus SARS-CoV-2 e COVID-19.

Da un paio di settimane nel Paese prevalgono coloro che propendono per l’apertura di tutte le attività lavorative su quanti sono convinti sia meglio prolungare il più possibile la chiusura, per evitare il rischio di un nuovo aumento dei contagi: oggi i primi rappresentano il 58% degli italiani, i secondi il 24%. L’aspettativa di apertura è decisamente più elevata nelle regioni del Nord-Est(70%), tra i lavoratori autonomi (artigiani e commercianti, 65%), particolarmente toccati dalle misure restrittive, e tra gli elettori dell’opposizione (75%).

La preoccupazione per il contagio è in diminuzione, sebbene sia ancora largamente diffusa e, come era lecito attendersi, aumenta l’inquietudine per gli aspetti economici e sociali sia a livello generale sia personale. Solo il 14% ritiene che l’economia italiana si riprenderà già dal prossimo anno, mentre il 28% prevede la ripresa tra un paio d’anni, il 26% entro 5 anni e l’11% tra 10 anni. Escludendo il 21% che non esprime previsioni, in media si prevedono circa 4 anni di situazione difficile. Insomma, ci aspettano tempi davvero lunghi e il pronostico degli italiani per una volta non appare influenzato dalla condizione professionale o dalle preferenze politiche.

sondaggio riapertura fase 2

Anche le prospettive economiche personali nei prossimi sei mesi non sono rosee: oltre la metà (53%) si aspetta un peggioramento, il 29% non si aspetta cambiamenti significativi e il 13% si mostra ottimista,prevedendo un miglioramento. Si tratta di previsioni sostanzialmente stabili da marzo, molto diverse da quanto si era rilevato prima dell’emergenza sanitaria. Il pessimismo prevale tra tutti i segmenti sociali e più negativi risultano lavoratori autonomi (62%) e casalinghe (60%).

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