Coronavirus: i morti in Svezia senza le chiusure

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-05-09

Con la strategia di «mitigazione dolce» il tasso di mortalità è 291 persone ogni milione di persone In Danimarca è 87, in Finlandia 45 e in Norvegia 38

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La Svezia non ha chiuso il paese durante l’emergenza Coronavirus. Con la strategia di «mitigazione dolce» il tasso di mortalità è 291 persone ogni milione di persone In Danimarca è 87, in Finlandia 45 e in Norvegia 38. Il Corriere della Sera spiega oggi che facendo il confronto con i Paesi nordici vicini, il dato svedese peggiora in ogni ambito: il numero di morti ha raggiunto 2.941 su 23.918 casi, ma se lo rapportiamo alla popolazione e lo confrontiamo con il dato di Finlandia, Norvegia e Danimarca vediamo come in Svezia i morti siano moltissimi.

Il numero di casi è anche il più alto per popolazione rispetto agli altri Paesi e non è dovuto al numero di tamponi fatti, anzi, la Svezia fa meno test di tutti, quindi il numero di casi potrebbe essere molto più alto. Di recente Anders Tegnell, l’epidemiologo a capo dell’Agenzia di sanità pubblica svedese, ha dichiarato che l’elevato bilancio delle vittime del Paese «è stato davvero una sorpresa, devo dire che non avevamo calcolato un così alto numero di morti». Lo «stupore» è dovuto ai molti decessi nelle case di cura, dove le visite dei parenti erano state vietate (una delle poche restrizioni del Paese): «È molto difficile tenere la malattia lontano da lì. Anche se stiamo facendo del nostro meglio, ovviamente non è abbastanza. Pensavamo che le nostre case per anziani sarebbero riuscite ad evitare i contagi», avrebbe confessato. Tegnell ha però anche detto che la strategia della Svezia ha dato buoni risultati.

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Il Coronavirus nei paesi scandinavi (Corriere della Sera, 9 maggio 2020)

Molte persone hanno deciso di rimanere a casa comunque, la mobilità è solo leggermente superiore infatti rispetto ad altri Paesi scandinavi (vedi tabella 2, ndr), meno 18% contro il 28%. E anche i mercati non vanno così bene.

L’indice azionario principale svedese è messo peggio (a fine aprile -19%) di quelli di Norvegia e Danimarca (rispettivamente-9% e -6%) e più vicino a quello finlandese (-24%). Una strategia che per ora non ha premiato quindi la salute né le imprese. La strategia di mitigazione dolce finora seguita, basata più sulla persuasione che non sui divieti, ha portato a tenere locali, scuole (quelle per bambini piccoli) e uffici aperti. Con solo raccomandazioni di non fare visite ai genitori anziani e divieto a raduni e ingressi nelle case di cura.

Nella tabella 3, vediamo il confronto con gli altri Paesi scandinavi, dove tutto viene chiuso (tranne alcuni locali in Norvegia). La Danimarca in particolare è stata tra le prime in Europa a chiudere confini, negozi, scuole e ristoranti e a vietare grandi raduni. Il tasso di mortalità in Svezia è aumentato significativamente raggiungendo 291 persone ogni milione di persone, la Danimarca 87, la Finlandia 45 e la Norvegia 38. Danimarca e Norvegia hanno allentato i blocchi su scuole e negozi. La Finlandia ha esteso le sue restrizioni fino al 13 maggio.

Leggi anche: Fase 2: le riaperture negli altri paesi

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