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I sondaggi in Emilia Romagna e la sfida che si deciderà per pochi voti
neXtQuotidiano 17/11/2019
In Emilia-Romagna, prendendo in esame i risultati delle ultime Europee, c’è un blocco tra 990mila e un milione di elettori che ha votato per il centrodestra; poi c’è quello di centrosinistra tra 830-850mila ed infine il Movimento 5 Stelle con circa 290mila voti
«Chi vincerà tra Bonaccini e Borgonzoni? La sfida, nonostante i sondaggi diano la Lega sopra al 34%, è aperta e si deciderà per pochi voti»: a dirlo è oggi il professor Marco Valbruzzi, coordinatore dell’Istituto Cattaneo, al Corriere della Sera che illustra come l’Emilia Romagna sia divisa in due: i grandi centri della regione sono a sinistra, mentre la Lega avanza impetuosamente nelle piccole province. Nell’infografica si vede come la «dorsale» rossa con Bologna al centro è accerchiata da una vasta area «verde» di centrodestra, trainata dalla crescita della Lega. Una dinamica praticamente identica a quella che ha guidato la Brexit: mentre Londra votava in massa Remain, i piccoli centri della Gran Bretagna si schieravano per l’addio all’Europa. E alla fine ha vinto la Brexit.
La Lega ha uno strapotere nel Ferrarese nel Polesine, dove è marcata l’influenza veneta, a cui va aggiunto l ’effetto da «periferia dimenticata». Una situazione simile si presenta anche lungo tutta la fascia appenninica, al confine con la Toscana. Va poi registrata una grande isola leghista tra Forlì-Cesena. C’è infine l’area a Nord-Ovest, tra Parma e Piacenza, dove pesa la vicinanza (non solo geografica) al tessuto produttivo della Lombardia.
In Emilia-Romagna, prendendo in esame i risultati delle ultime Europee, c’è un blocco tra 990mila e un milione di elettori che ha votato per il centrodestra; poi c’è quello di centrosinistra tra 830-850mila ed infine il Movimento 5 Stelle con circa 290mila voti. I dati dei flussi elettorali dimostrano che una parte degli elettori M5S si sono già spostati verso la Lega tra le Politiche 2018 e le ultime Europee. Ciò spiega che il prossimo 26 gennaio sarà decisivo l’atteggiamentodel Movimento. Se Luigi Di Maio, con un«patto di non belligerenza», deciderà di non presentarsi alle Regionali, il centrosinistra avrà più chance. In caso contrario, per la Lega aumenterebbero le possibilità di vittoria, scenario che farebbe tremare il governo giallorosso a Palazzo Chigi. Intanto un sondaggio Winpoll sulle elezioni regionali in Emilia Romagna pubblicato oggi dal Sole 24 Ore dà oggi vincente Stefano Bonaccini su Lucia Borgonzoni. Roberto D’Alimonte spiega che la situazione socio-economica in Emilia-Romagna è significativamente migliore rispetto all’Umbria, come dicono tutti gli indicatori dal Pil regionale al tasso di disoccupazione, e questa è una delle ragioni per cui l’88% degli intervistati giudica la qualità della vita nella regione molto positivamente o abbastanza positivamente.
Tra questi ci sono anche l’80% degli elettori della Lega e il 90% di quelli del M5s. Questo giudizio è condiviso da tutte le categorie professionali, compresi gli operai e i disoccupati. Inoltre sono in tanti a pensare che la qualità della vita negli ultimi cinque anni sia rimasta uguale (45%) o migliorata (il 18%). Un giudizio condiviso dal 52% degli stessi elettori della Lega. La differenza più importante è però un’altra e si chiama Stefano Bonaccini, il presidente Pd uscente che si ricandida con una coalizione di centro-sinistra più liste civiche.
Era stato eletto nel 2014 in un clima di scetticismo diffuso tanto che solo il 38% degli elettori era andato a votare. Il valore più basso di sempre. Adesso, dopo cinque anni di governo ben l’80% degli elettori emiliano-romagnoli giudica positivamente l’operato della sua giunta. E, cosa ancora più significativa, questo vale anche per il 62% degli elettori della Lega e addirittura per il 90% di quelli del M5s. Il giudizio è inoltre largamente positivo, con valori sempre superiori al 70%, tra tutte le categorie professionali e in tutte le fasce d’età.
Bonaccini gode della fiducia del 69% degli intervistati. Un dato lusinghiero di questi tempi anche perché è condiviso da una percentuale rilevante degli elettori dei partiti di opposizione, 38% la Lega, il 52% Fratelli d’Italia e il 60% Forza Italia. E lo stesso giudizio positivo si riscontra in tutte le categorie professionali e in tutte le fasce d’età. L’indice di fiducia è sempre superiore al 60% e sempre largamente superiore a quello di Lucia Borgonzoni, la candidata della Lega alla guida della coalizione di centro-destra.
Nel sondaggio Winpoll le intenzioni di voto sono state rilevate sulla base di due scenari. Nel primo il M5s si presenta con un suo candidato. Nel secondo appoggia il candidato della coalizione del centro-sinistra più civiche. Nella competizione a tre (primo scenario) Bonaccini ottiene il 50,7% delle intenzioni di voto contro il 42,1% della Borgonzoni e il 6,2% del candidato M5s. Come si vede nel grafico un contributo importante viene dalla sua lista civica, il che testimonia il suo appeal personale. Nella competizione binaria (secondo scenario) Bonaccini sale al 56,2 mentre la sua rivale resta praticamente ferma al 42,9%.
A differenza dell’Umbria sembra che in Emilia l’accordo con il M5s potrebbe funzionare.
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