Sondaggi Emilia Romagna, il testa a testa tra Bonaccini e Borgonzoni

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-12-19

L’effetto sardine soffia sul voto del 26 gennaio. Gonfia l’affluenza e allarga la forbice tra i due candidati, che in tutte le ultime rilevazioni va da un minimo di uno a un massimo di sette punti

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C’è un testa a testa tra Stefano Bonaccini e Lucia Borgonzoni nei sondaggi sull’Emilia Romagna al voto. E, fa sapere oggi Repubblica Bologna, l’effetto sardine soffia sul voto del 26 gennaio. Gonfia l’affluenza e allarga la forbice tra i due candidati, che in tutte le ultime rilevazioni va da un minimo di uno a un massimo di sette punti. Cresce il presidente, la cui leadership risolleva anche il centrosinistra, e frena la sua avversaria, la cui campagna resta congelata al 14 novembre, quando la Lega al Paladozza fu doppiata dalle sardine sul Crescentone.

«Qualcosa s’è mosso nell’elettorato — riflette il direttore dell’Istituto Cattaneo Marco Valbruzzi — e sono state le sardine a innescare il processo. A trasformare quello emiliano- romagnolo in un voto rilevante. E molto politico». Si vede prima di tutto dalla partecipazione. Il tonfo dell’affluenza del 2014, quando andò alle urne solo il 37,7% dell’elettorato, è un lontano ricordo. I sondaggi registrano una netta inversione di tendenza. Addirittura secondo l’ultima rilevazione di Ixé per Cartabianca, solo l’1,7% degli intervistati dichiara che resterà a casa. Il 66,1% andrà invece certamente alle urne e il 20,7% si divide tra chi è possibilista e chi quasi certo di votare.

Se queste percentuali fossero corrette si profilerebbe una partecipazione superiore all’80%. «Quando si raggiungono queste percentuali è tutto l’elettorato che si mobilita. Non solo quello di una parte, come in Umbria, dove l’affluenza ha premiato la destra» spiega Valbruzzi. Una mobilitazione massiccia, «da elezioni politiche», sulla quale però pesa come un’incudine l’incognita degli indecisi.

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Con una percentuale che nei sondaggi oscilla tra il 15 e il 25% — tra i 400 e i 700mila elettori — proprio gli indecisi rischiano infatti di essere determinati per incoronare il prossimo governatore. «Un punto interrogativo pesante» secondo il Cattaneo, che identifica gli incerti con due categorie. Da una parte un pezzo di elettori M5S, ancora in dubbio se seguire la via della purezza del voto al candidato grillino Simone Benini (che ieri ha incontrato Beppe Grillo) o se scegliere il “voto utile” a destra o a sinistra. E dall’altra gli elettori centristi, che in un voto polarizzato tra le sardine con Bonaccini e Salvini con Borgonzoni restano per ora incerti. Saranno loro, probabilmente, a fare da ago della bilancia.

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