Sondaggi Emilia Romagna, i 400mila incerti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-12-15

Il Cattaneo entra nel merito della sfida di gennaio, a partire da un sondaggio Swg su otto presidenti di Regione in cui il lavoro di Bonaccini è giudicato “efficace” dal 62% degli intervistati, col governatore emiliano al secondo posto dopo Luca Zaia

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Repubblica oggi parla dei sondaggi sull’Emilia Romagna a partire dalla ricerca dell’Istituto Cattaneo “Allerta rossa per l’onda verde”, a cura del direttore Marco Valbruzzi. Dieci capitoli per fare una «radiografia dettagliata» della regione rossa e tracciare l’analisi della fine di un’era, alla vigilia del 26 gennaio in cui l’Emilia Romagna tornerà di nuovo alle urne per elezioni divenute la “linea del Piave” sia per la regione che per il governo.

Il Cattaneo entra nel merito della sfida di gennaio, a partire da un sondaggio Swg su otto presidenti di Regione in cui il lavoro di Bonaccini è giudicato “efficace” dal 62% degli intervistati, col governatore emiliano al secondo posto dopo Luca Zaia. La strategia di personalizzazione del voto del presidente, sempre più solo e “oltre le sue liste”, Pd compreso, è quindi «quella giusta» secondo Valbruzzi, perché conta sull’apprezzamento che il governatore riscuote. Ci sono poi altri elementi a incidere sul risultato finale. Gli indecisi, innanzitutto, che sono ancora il 15% dell’elettorato — in numeri assoluti 400mila elettori — e che saranno alla fine determinanti per incoronare il vincitore.

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I sondaggi sull’Emilia Romagna (La Repubblica, 15 dicembre 2019)

In Emilia, soprattutto, si è riaperta  la frattura tra centri urbani e periferia, che il Pci aveva saputo ricomporre sotto il suo cappello ideologico. Alle Europee 2019 i piccoli Comuni, persa la loro comunità ideologica di valori, diventano infatti solo “campanili”, e si rinchiudono nella richiesta di protezione della loro identità, votando massicciamente Lega. E lasciando il Pd solo nei centri storici delle città, con un elettorato «economicamente sicuro» fatto al 29,3% da liberi professionisti, mentre il 12,2% degli operai sceglie Salvini, e il 10% degli studenti punta su Giorgia Meloni.

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Il voto in Emilia Romagna negli ultimi anni (La Repubblica, 15 dicembre 2019)

In questo contesto, l’elettorato emiliano romagnolo non vuole rivoluzioni per il futuro. Anzi appare sospeso tra voglia di andare avanti e nostalgia dei valori del passato. Non a caso ai primi posti tra le paure degli emiliano romagnoli figurano il timore per “il futuro dei figli” (14,3%) e l’ansia per la “mancanza di valori” (13,1%). Una sorta di “nostalgia di futuro” la chiama il Cattaneo, che rappresenta il desiderio di «guardare al futuro portandosi dietro un pezzo di identità». Forse per questo il movimento delle sardine, si legge nel volume, è nato proprio a Bologna, «perché è figlio di questo smarrimento di valori, di questa nuova domanda di senso cui la politica non ha saputo finora dare risposte».

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