Fatti
Simone Di Stefano lascia CasaPound per “motivazioni politiche”
di Massimiliano Cassano
Pubblicato il 2022-02-02
Il fondatore di CasaPound Simone Di Stefano lascia la tartaruga frecciata con uno stringato comunicato social: “Non c’è necessità di discutere le motivazioni, che sono pochissime ed esclusivamente di natura politica”
Simone Di Stefano lascia CasaPound: lo fa con un tweet, un comunicato stringato per annunciare la separazione dal movimento di “fascisti del terzo millennio”: “Per libera e sofferta scelta – ha scritto – il mio percorso politico con CasaPound Italia termina oggi. Non tornerò mai più sull’argomento e non c’è necessità di discutere le motivazioni, che sono pochissime ed esclusivamente di natura politica”.
Per libera e sofferta scelta, il mio percorso politico con CasaPound Italia termina oggi. Non tornerò mai più sull’argomento e non c’è necessità di discutere le motivazioni, che sono pochissime ed esclusivamente di natura politica.
— Simone Di Stefano ?? (@distefanoTW) February 1, 2022
Simone Di Stefano lascia CasaPound per “motivazioni politiche”
Il portavoce e fondatore della tartaruga frecciata, più volte candidato sindaco di Roma e al Parlamento europeo, non ha rilasciato ulteriori dichiarazioni ma stando alla nettezza delle parole utilizzate è facile intuire che ci siano dissapori con i vertici del movimento, Gianluca Iannone, Andrea Antonini e Marco Clemente. CasaPound fu fondata da Di Stefano dopo che l’ormai ex segretario nazionale aveva maturato esperienze nell’estrema destra iscrivendosi a 16 anni al Movimento sociale italiano, per poi abbandonarlo nel 1994 dopo la svolta di Fiuggi, quando il partito superò i riferimenti ideologici al fascismo per riqualificarsi come forza politica legittimata a governare. I suoi tentativi di entrare nelle istituzioni non sono mai andati a buon fine: alle Comunali del 2013 ottenne lo 0,6% dei voti, risultato quasi raddoppiato con l’1,1% alle Amministrative del 2016. Quell’anno Di Stefano si candidò nonostante su di lui pendesse una segnalazione della commissione Antimafia, che lo inserì nella lista degli “impresentabili” per un arresto per furto aggravato di una bandiera dell’Unione europea, reato per cui è stato condannato a tre mesi di reclusione e al pagamento di una multa da 100 euro. Non è chiaro quale sarà il suo futuro: c’è chi ipotizza un passaggio in Fratelli d’Italia o addirittura nella Lega.
La sua ultima azione da leader di CasaPound è stata l’affissione di cartelli su centinaia di bancomat dei maggiori istituti di credito, principalmente a Torino, con la scritta: “Da domani (ieri, ndr) senza la dose giornaliera di vaccino non potrai accedere ai soldi sul tuo conto”. Una provocazione, come scritto poi in una nota ufficiale del movimento, “per protestare contro l’obbligo di Green pass per accedere anche a servizi come banche e poste”.