Quelli che volevano entrare all’Ariston con i Green Pass falsi per la seconda serata di Sanremo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-02-03

Tre persone sono state denunciate per aver tentato di entrare all’Ariston per assistere alla seconda serata del Festival di Sanremo con un Green Pass contraffatto

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Credevano di poter entrare al teatro dell’Ariston ed assistere alla seconda serata del Festival di Sanremo con un Green Pass contraffatto, ma sono stati scoperti dagli addetti ai controlli: tutto è cominciato con un agente che si è accorto dell’irregolarità verificando le generalità di un uomo in procinto di entrare in sala: è stato subito bloccato e – secondo quanto riferisce Leggo – è stato portato in commissariato. Alla luce di questo tentativo è stato alzato il livello di sicurezza e le forze dell’ordine hanno cominciato ad aumentare la capillarità dei controlli, scoprendo subito dopo altre due persone: tutte sono state identificate e denunciate per truffa.

Quelli che volevano entrare all’Ariston con i Green Pass falsi per la seconda serata di Sanremo

I “No Green Pass” hanno provato ad entrare a Sanremo anche per vie più “istituzionali”: con circa cinquemila firme, una rappresentanza dell’Unione civica dei movimenti: “No Green Pass” e “No Obbligo Vaccinale” ha depositato un esposto-petizione in Prefettura a Imperia. Il documento è stato consegnato sull’uscio del palazzo di governo, viste le restrizioni che impongono agli sprovvisti di certificato verde di accedere agli uffici. Chiedevano una mediazione con la Rai e Amadeus, affinché una delegazione del gruppo potesse salire sul palco del teatro Ariston, per tre minuti, in fascia oraria di prima serata.

“La raccolta firme è arrivata a un traguardo inaspettato – ha affermato Diego Costacurta, uno dei leader no pass e promotore dell’iniziativa – segno che il malcontento monta nel sottobosco degli emarginati del Green pass, sospesi dal proprio lavoro senza una ragione che possa giustificare leggi che sembrano prove generali di dittatura e discriminazione. Lavoriamo per il popolo e riusciamo a garantire assistenza medica, quello che i medici si sono dimenticati o non fanno abbandonando la gente, con medici carbonari, dei quali preserviamo il nome. Abbiamo guarito tantissime persone. Personalmente, ne ho seguite più di quaranta con i miei colleghi”.

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