Salvini accusa Lamorgese per il permesso di soggiorno dell’assalitore di Cannes che in realtà ha rilasciato lui

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-11-09

Secondo la ricostruzione del Foglio, il permesso di soggiorno di cui è stato trovato in possesso il migrante che ha aggredito un poliziotto ieri mattina a Cannes è stato rilasciato nell’ottobre 2018, Salvini era ministro dell’Interno. Ma lui attacca Lamorgese

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Ieri a Cannes un uomo di 37 anni proveniente dall’Algeria ha aggredito un poliziotto con un coltello. Dopo alcune rapide indagini è emerso che era entrato in Francia nel 2016 passando dall’Italia, che gli aveva rilasciato un regolare permesso di soggiorno con il quale ha potuto liberamente spostarsi nell’area Schengen.

L’accusa a Lamorgese per il permesso di soggiorno dell’assalitore di Cannes

L’assist perfetto per Matteo Salvini, che ha sfruttato la vicenda per attaccare – ancora una volta – la ministra degli Interni Luciana Lamorgese. “Pare che abbia un permesso di soggiorno italiano – ha detto il leader della Lega – chiediamo chiarezza immediata dal Viminale”. Alcuni suoi fedelissimi sono arrivati a chiederne le dimissioni. Stando a quanto scoperto dal Foglio, però, il documento è stato rilasciato proprio quando al Viminale sedeva Matteo Salvini, il 25 ottobre del 2018, in pieno governo Conte 1. Un autogol clamoroso per il Carroccio, che ha gridato allo scandalo per un fatto commesso dal suo massimo esponente. Il Foglio prosegue poi nel suo ragionamento “assolvendo” Salvini, ma rimarcando l’insensatezza delle sue critiche: “Certo non fu un errore, quello del Viminale. Perché l’uomo non aveva precedenti penali né segnalazioni a suo carico”.

Il Giornale prova a difendere Salvini ma in realtà gli dà torto

A fare le pulci alla ricostruzione del quotidiano diretto da Claudio Cerasa ci ha pensato Il Giornale. In un articolo a firma Francesco Boezi viene precisato che l’uomo in questione, che si chiama Lakhdar B., era entrato per la prima volta in Italia nel 2008, “ben prima che Matteo Salvini mettesse piede al Viminale”. Secondo il quotidiano diretto da Augusto Minzolini il primo permesso di soggiorno gli è stato accordato nel 2011. Nel 2015, poi, l’uomo ha trovato impiego come ambulante, e ha quindi ottenuto un altro permesso. “Dunque Lakhdar B. – si legge – nel momento in cui Salvini si è insediato al Viminale, risultava essere in possesso di un lavoro regolare e privo di precedenti. Nel 2018, quando i documenti sono stati estesi, la procedura è scattata in automatico. E non sarebbe potuto accadere altrimenti, considerata la mancanza di precedenti e l’impiego”. La difesa d’ufficio del Giornale chiosa così: “Responsabilizzare Salvini per il permesso di soggiorno di Lakhdar B., in fin dei conti, non ha senso”. Il Foglio, però, non ha dato la colpa a nessuno: si è limitato a far notare l’inconsistenza delle accuse mosse dalla Lega a Lamorgese. E la stessa tesi del Giornale dà ragione a Cerasa: sollevare un polverone su questo argomento non ha senso. Solo che a parlare a sproposito non è stato un giornalista. L’ha fatto, per l’ennesima volta, Matteo Salvini.

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