La puntualissima discesa dal carro del vincitore di Salvini dopo la sconfitta dell’Italia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-03-25

Tutto bello quando si vince. Poi, davanti alla sconfitta, ecco che si torna a parlare di “soldi” e “poco impegno”

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Quando si vince è tutto un “po popopo popo po”. Poi, davanti alla sconfitta, si ammaina la bandiera e si scende dal carro scendendo nel classico populismo di chi cita i soldi e gli stipendi dei calciatori. Matteo Salvini non si è mai tirato fuori da questa dinamica (lo ha fatto con la sua squadra del cuore, il Milan, e lo fa anche oggi) e dopo la partita persa dalla Nazionale italiana a Palermo contro la Macedonia del Nord, ecco che quei “profeti” che ci hanno fatto gioire solo qualche mese fa con la vittoria dell’Europeo vengono messi alla berlina sulla bacheca social del leader della Lega.

Salvini scende dal carro del vincitore dopo la sconfitta dell’Italia

Il segretario del Carroccio, che quando l’Italia vinse gli Europei era ovviamente felicissimo e non citava gli stipendi dei calciatori (che sono rimasti alti lo stesso e non sono variati nel tempo), racconta così la sconfitta della nostra Nazionale:

“Italia im-ba-raz-zan-te – ha scritto Matteo Salvini sul suo profilo Instagram, postando il video del triplice fischio e dei giusti festeggiamenti dei calciatori macedoni e dei tifosi sugli spalti -. Onore alla Macedonia del Nord: neanche 2 milioni di abitanti, capitale Skopje, moneta dinaro macedone, in campo impegno, fatica, grinta, umiltà. Gli azzurri? Troppi soldi, poco impegno”.

Insomma, la colpa della sconfitta e dell’esclusione – per la seconda volta di fila – dalla fase finale dei Mondiali (quelli che si disputeranno in Qatar a novembre) è il poco impegno e dei troppi soldi. E quel post è infarcito di una serie di luoghi comuni che nulla hanno a che vedere con lo sport: dal numero degli abitanti della Macedonia (valesse questo discorso, gli Stati Uniti, la Russia, il Messico, l’India o la Cina dovrebbero far mambassa di successi calcistici, vista l’elevata popolazione), alla valuta corrente nel Paese. Insomma, una serie di sproloqui di chi sale sul carro quando si vince e scende quando si perde. E, non a caso, il suo partito è chiamato anche Carroccio.

(foto ipp clemente marmorino)

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