Così Salvini vuole fermare l’ONG italiana Mare Jonio

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-04-16

Il ministro dell’Interno, indagato insieme a Conte, Di Maio e Toninelli per il sequestro dei migranti della Sea Watch 3, ha partorito una nuova direttiva che potrebbe essere ribattezzata ad navem

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Matteo Salvini ha un piano per fermare l’ONG italiana Mare Jonio. Il ministro dell’Interno, indagato insieme a Conte, Di Maio e Toninelli per il sequestro dei migranti della Sea Watch 3, ha partorito una nuova direttiva che potrebbe essere ribattezzata ad navem. Spiega oggi Repubblica:

Perché negli uffici del Viminale si fatica ad accontentare il ministro forzando la mano con direttive che in nessun modo possono scavalcare la legislazione vigente. Un filo sottile che, come dimostrano le inchieste aperte ad ogni sbarco, rischia di spezzarsi ad un ulteriore strappo.

Ma Salvini ha l’urgenza di evitare il prossimo braccio di ferro con la Mare Jonio partita ieri per una nuova missione con il dichiarato intento di soccorrere migranti e far rotta verso l’Italia. Nella nuova direttiva il richiamo alla Mare Jonio e al suo sbarco del mese scorso a Lampedusa è esplicito. Come fare a fermarla?

mare jonio salvini

La strada scelta sarebbe quella di consentire l’ingresso in acque territoriali italiane a navi che portano migranti a bordo (anche se battono bandiera italiana) solo se il soccorso è stato coordinato dalla sala operativa della Guardia costiera di Roma che, naturalmente, non può che indicare un porto sicuro in Italia.

Ipotesi assai improbabile se non impossibile visto che l’Mrcc di Roma ormai da mesi non assume più il coordinamento di alcuna operazione in zona Sar di un altro Stato. E visto che gommoni e barconi vengono tutti intercettati in zona Sar libica, ogni volta che Roma riceve notizia di un’imbarcazione con migranti in pericolo puntualmente rimanda alla Guardia costiera di Tripoli.

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