Rudy Guede torna libero per fine pena: “Vuole solo essere dimenticato”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-11-23

L’unico condannato per l’omicidio di Meredith Kercher, Rudy Guede, torna libero 14 anni dopo quella notte del novembre 2007 in cui a Perugia la giovane studentessa inglese perse la vita

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Rudy Guede, l’unico condannato per l’omicidio di Meredith Kercher compiuto a Perugia il primo novembre 2007, torna formalmente libero per fine pena. Il magistrato di sorveglianza di Viterbo gli ha infatti concesso la liberazione anticipata in base all’articolo 54 dell’ordinamento penitenziario, che recita: “Al condannato a pena detentiva che ha dato prova di partecipazione all’opera di rieducazione è concessa, quale riconoscimento di tale partecipazione, e ai fini del suo più efficace reinserimento nella società, una detrazione di quarantacinque giorni per ogni singolo semestre di pena scontata”. Per Guede il fine pena era previsto il 4 gennaio del 2022, ma dopo la decisione è stato anticipato al 20 novembre: l’ufficio esecuzione ha emesso l’ordine di scarcerazione e lui è da oggi un uomo libero.

Oggi svolge compiti di volontariato alla mensa della Caritas e il pomeriggio lavora nella biblioteca del centro studi criminologici di Viterbo per mantenersi. Claudio Mariani, che insegna al Centro studi dove lavora Guede ed ha seguito il suo percorso detentivo, spiega all’Ansa: “Purtroppo sono molte le emittenti e le testate che chiedono di intervistare Rudy. Dico purtroppo perché Rudy non è una star e dopo 14 anni vorrebbe essere dimenticato”. “Su ogni storia – aggiunge – prima o poi dovrebbe calare il sipario. Non c’è più altro da aggiungere eccetto il fatto che la vita di una giovane ragazza inglese è stata stroncata e dalla sua famiglia abbiamo potuto imparare la grande dignità e il valore del silenzio. Anche per questo oggi Rudy vorrebbe continuare a adoperarsi per il prossimo, lavorare e soprattutto rimanere in silenzio”.

Raffaele Sollecito sulla scarcerazione di Guede

Da poco meno di un anno Guede è affidato ai servizi sociali e non dovrà più tornare nel carcere Mammagialla, dove ha scontato gran parte dei 16 anni di reclusione che gli furono inflitti per l’omicidio di Perugia. “Mi dispiace solo che non si sia mai pentito di quello che ha fatto, di aver ammazzato una povera ragazza”, ha commentato all’Adnkronos Raffaele Sollecito, assolto in via definitiva insieme ad Amanda Knox. “Mi dispiace – ha concluso – che sono stato quattro anni in carcere e io e Amanda abbiamo rischiato di essere condannati a una pena per una cosa che non abbiamo fatto anche grazie alle sue bugie”.

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