Rossana Rossanda, una vita dalla parte del torto

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2020-09-25

“Ci mettemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati” (Bertold Brecht) Ieri c’era a Roma la commemorazione di Rossana Rossanda. Non l’ho conosciuta di persona, l’ho conosciuta solo leggendo il libro “Ragazza del secolo scorso” e solo sentendo i racconti di chi l’ha avuto la fortuna di incontrarla nella sua …

article-post

“Ci mettemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati” (Bertold Brecht)

Ieri c’era a Roma la commemorazione di Rossana Rossanda. Non l’ho conosciuta di persona, l’ho conosciuta solo leggendo il libro “Ragazza del secolo scorso” e solo sentendo i racconti di chi l’ha avuto la fortuna di incontrarla nella sua vita. Non era umile e non era “simpatica” ma era assolutamente coerente oltre che dotata di una intelligenza profonda ed acutissima. L’associo sempre al Manifesto (il giornale da lei fondato) e al “torto”. Non seguiva la convenienza, ma seguiva, senza se e senza ma, i suoi convincimenti più profondi. Deputata del PCI, espresse la sua adesione piena e incondizionata alle rivendicazioni dei collettivi di sinistra anche se in contrasto con la linea ufficiale del PCI. Fortemente critica nei confronti dell’URSS, portò avanti una linea politica sempre più divergente da quella imposta dalla dirigenza del Comitato Centrale, specialmente sull’occupazione della Cecoslovacchia. Per questa ragione, fu radiata dal PCI durante il XII Congresso nazionale del PCI. Riconobbe la radice comunista delle Brigate Rosse e fu una delle poche a rimanere coerentemente ed orgogliosamente comunista anche dopo la caduta del muro.
La sua vita mi ricorda gli insegnamenti del filosofo Guenther Anders. Il vero cognome di Anders era Stern, ma quando un editore gli disse di scegliersi un nome diverso per pubblicare i suoi lavori, giacché in Germania si stava affermando l’ideologia nazista e Stern era un nome ebreo, Guenther scelse come cognome proprio “diverso” (in tedesco Anders significa appunto “diverso”). Fu marito di Hannah Arendt e la sua opera principale è L’uomo è antiquato. I due volumi che la compongono, sono stati scritti a distanza di quasi un quarto di secolo ma sono sostanzialmente unitari e coerenti nell’impianto strutturale e concettuale.
Il pensiero di Anders è assolutamente moderno ed attuale in quanto ha cercato di stabilire le cause che hanno portato l’uomo a creare una società in cui il protagonista è l’apparato tecnico e non più l’essere umano. Di fronte alle macchine l’uomo perde la sua importanza all’interno del sistema sociale, egli diventa *antiquato* perché, appunto, ha bisogno di riposarsi, di mangiare, di divertirsi mentre le macchine funzionano “sempre” senza intervalli e distrazioni.

rossana rossanda

Se la prima rivoluzione industriale è consistita nell’introduzione del macchinismo, se la seconda si riferisce alla produzione dei bisogni, la terza rivoluzione industriale è per Anders quella che produce l’alterazione irreversibile dell’ambiente e compromette la sopravvivenza stessa dell’umanità. Simbolo della pseudo-cultura della terza rivoluzione industriale è il mezzo televisivo che acquista piena sovranità sulla vita, non solo lavorativa, dell’essere umano. Prima la massa si trovava unita nell’assistere insieme a uno spettacolo (allo stadio, in un teatro, al cinema) e questo le permetteva condividere le emozioni. Con la televisione questo non avviene più, guardiamo si tutti le stesse cose, ma le guardiamo da soli, a casa. La società consumistica ci ha appiattito: compriamo tutti le stesse cose e di conseguenza parliamo delle stesse cose e pensiamo in blocco le stesse cose: non c’è più spazio per l’originalità, ma solamente per l’omologazione intellettuale. Anders scriveva che “Ogni consumatore è un lavoratore a domicilio non stipendiato che coopera alla produzione dell’uomo di massa”, e aggiungeva “Dato che il mondo ci è fornito in casa, non ne andiamo alla ricerca; rimaniamo privi di esperienza”. La televisione occupa la maggior parte del nostro tempo libero e fare esperienza (interagire con gli altri, leggere, etc.) non sembra essere più necessario. Con la televisione cade, inoltre, ogni barriera tra realtà e fantasia.

Con la quarta rivoluzione industriale ancora in atto e con l’avvento d’internet la situazione non è migliorata, anzi. Assistiamo ad una massificazione ancora più forte di quella che terrorizzava Anders. Siamo tutti profilati. Agiamo tutti allo stesso modo, come consumatori (compriamo tutti gli stessi prodotti usando la possibilità date dall’e-commerce), come investitori (compriamo le stessa azioni all’unisono usando la digital banking e gli stessi algoritmi senza avvertire la necessità di andare in banca o al borsino), come elettori (riceviamo gli stessi stimoli e ci indigniamo e ci esaltiamo per le notizie più o meno fake che ci fornisce la rete senza sentire il bisogno non solo di partecipare, di mettersi in gioco ma anche di andare ai comizi) sia come lavoratori (con lo smart working abbiamo rarefatto rapporti con i colleghi ) e sia come studenti ed insegnanti (la didattica a distanza ha distrutto il concetto e l’esperienza di classe). Questo cambiamento repentino della società ha messo in crisi modelli sociali che pensavamo essere immutabili. Ha messo perfino in crisi le democrazie occidentali. Ha aperto la strada a populismi ed ha abbassato il livello della classe politica (ovunque, non solo in Italia) a livello delle masse più incolte. I leader politici sono di successo, sempre più solo, quando sono l’espressione diretta di questa massa appiattita. E’ chiaro che la nostra società può sopravvivere solo se riusciremo a uscire da questo appiattimento, ma per far questo, gli intellettuali non devono uniformarsi ma devono avere il coraggio di scegliere la parte del “torto”. Per questo ringrazio Rossana per averci dato la speranza, con la testimonianza dellasua vita, che l’appiattimento delle nostre vite, così magistralmente descritto da Anders, non è un fenomeno irreversibile. L’uomo può ancora ritornare ad essere adeguato anche in questo mondo sempre più dominato da algoritmi, macchine e strumenti di intelligenza artificiale.

Leggi anche: Emiliano, De Luca e la carica dei cazzuti al Sud

Potrebbe interessarti anche