Opinioni
Chi è Nicola, l'autore del biglietto di scuse alle bambine del rogo di Centocelle
Mario Neri 11/05/2017
Nicola Capozza, pensionato 66enne, ha lasciato ieri un mazzetto di tre rose rosse, sulle ceneri ancora calde in via Guattari dove un rogo doloso in un camper ha ucciso tre persone. L’uomo è un semplice residente del quartiere e ha voluto testimoniare così la sua vicinanza alla famiglia Halilovi per il lutto. Le foto sono […]
Nicola Capozza, pensionato 66enne, ha lasciato ieri un mazzetto di tre rose rosse, sulle ceneri ancora calde in via Guattari dove un rogo doloso in un camper ha ucciso tre persone. L’uomo è un semplice residente del quartiere e ha voluto testimoniare così la sua vicinanza alla famiglia Halilovi per il lutto. Le foto sono state pubblicate da Gazebo di Raitre su Facebook. Lui ha parlato con Repubblica Roma:
Perché ha scritto di sentirsi in colpa?
«Perché rispetto a loro, che sono costretti a vivere in una roulotte, io mi sento un privilegiato. Ho scelto quelle parole d’istinto, per dimostrare la mia pietà cristiana, la mia vicinanza al dolore dei genitori. Ieri, appena ho appreso la notizia, mi è venuta voglia di andare al mercato in largo San Gerardo Maiella e comprare delle rose. Mi sento colpevole si, perché assistiamo inermi a troppi episodi di emarginazione».
Per tante ore il suo è stato l’unico mazzo di fiori sul luogo della tragedia. Quasi un gesto isolato.
«Me sono reso conto anch’io e quando ho visto che non c’erano altri fiori sull’asfalto sono stato assalito dalla tristezza: ho sperato subito che altri cittadini facessero altrettanto. È terribile una società che di fronte a una tragedia simile alza le spalle e gira la testa dall’altra parte. Non ci si può arrendere alla barbarie. Con quel biglietto ho voluto dire proprio questo: noi ci siamo. Il quartiere c’è, reagisce».
Il pensiero comune però, nella zona non sembra favorevole ai rom.
«È vero, purtroppo c’è anche chi sostiene che “erano rom e se la cercavano”. Certamente il quadrante non è immune al pregiudizio, ma il quartiere ancora resiste, ha una storia di solidarietà, ma non è vaccinato per sempre. Il rischio che affiorino gli istinti peggiori, che si inizi a ragionare seguendo il pensiero comune, è sempre dietro l’angolo. Occorre reagire, come è accaduto con la fiaccolata di ieri sera. Perché nessuno di noi può sostenere che la vicenda non gli riguarda».